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Forse qualcuno potrebbe pensare che passare una serata in un auditorium con il piû grande tenore del mondo senza sentirlo cantare ed essere testimoni di una serata indimenticabile possa sembrare impossibile. Invece questa sorta di miracolo per pochi eletti é avvenuto a Torre del Lago in una umida e piovosa serata d’inverno in un luogo lontano dal mondo e davanti ad una platea di pochi , fortunati eletti.
Jonas Kaufmann é venuto a ritirare il Premio Giacomo Puccini intrattenendo , garbatamente sollecitato da Enrico Stinchelli , un pubblico formato perlopiû di addetti ai lavori : cantanti , musicisti , critici musicali. Con il suo dolce e fluido italiano , musicale come la sua voce morbida ha parlato generosamente , garbatamente e non rifiutando di dichiarare tutta una serie di personali pensieri sul mondo della lirica. É arrivato in ritardo , la sua pazzesca giornata era cominciata a Parigi con un incontro di sponsor, ci ha poi raccontato anche di essere stato da un grande collezionista di arte contemporanea, tutto detto con naturalezza e senza nessun compiacimento, anzi questo gli é servito per spiegarci attraverso il paragone che anche la musica , come l’arte contemporanea ha il diritto di evolversi e di avere il suo spazio nel mondo artistico.
Si é scusato con garbo per il suo ritardo , non abituale per lui che comunque pur essendo un tedesco “anomalo” questa abitudine proprio non ce l’ha. Ha parlato senza mezzi termini delle sue perplessità di fronte a certe regie , diciamo cosî , difficili , ma ha anche ammesso che non é sempre facile capire in anticipo se una messinscena potrà funzionare o no. In parte lo ha attribuito al fatto che pur essendone parte essenziale spesso la sua resta una visione parziale , dall’interno e quindi non ne riesce a percepire totalmente l’impatto per il risultato finale. Inoltre qualche volta capita che un progetto innovativo e valido sulla carta si riveli sbagliato e che anche un progetto più tradizionale e sicuro nel momento di realizzarsi si riveli molto meno apprezzabile.In fondo non diceva altro che quello che io penso da sempre: che il teatro é magia e il teatro lirico lo è ancora di più . Il miracolo avviene o non avviene a prescindere dalla straordinaria somma di elementi che lo compongono. Nella seconda parte del suo lunghissimo colloquio , dopo essersi garbatamente seduto in platea ad ascoltare i cinque giovani cantanti dell’ accademia di canto pucciniana che si sono esibiti in una piccola sintesi dell’ultimo atto della Boheme ha tenuto ai giovani , e a noi , una magistrale masterclass. É risalito sul palco , ci aveva garantito che non sarebbe fuggito nel frattempo ed ha ammesso di essersi come sempre emozionato ascoltando la pagina mirabile della morte di Mimì. Cosa che comunque era successa a tutti noi , anche se i ragazzi erano tanto trepidanti e l’accompagnamento del solo pianoforte non ci regalava tutta la magia dell’orchestra . Ma tant’è , ciascuno aveva , lui compreso , la sua musica nel cuore. Largo di consigli, preciso nella enunciazione tecnica non si é sottratto ancora per un tempo lunghissimo a parlare con i giovani cantanti che lo guardavano rapiti e lui diceva “quando ero giovane” , dall’alto dei suoi splendidi quarantasei anni!
Fortunatamente la mia amica Silvia ha generosamente tenute alte le braccia brandendo il mio Ipad quindi abbiamo il tesoro di due frammenti della sua conversazione. Generoso di sé anche alla fine ha avuto parole e pazienza con tutti . Il re del selfie sembrava davvero divertito e si seguitava a sottrarre ad una specie di cerbero italiano mascherato da bavarese in gonnella che lo voleva portare via ad ogni costo. Mi piace ricordare una volta tanto anche i nomi delle poche fortunate amiche , alcune dotate anche di marito che hanno condiviso la magica serata: Paola , Silvia , Serena ,Cristiana , Emanuela …e tutta una serie di cantanti rapiti dalla semplicità , intelligenza e cultura di un uomo davvero eccezionale.
Mi piace ricordare anche un nuovo incontro , una nuova deliziosa amica che si era fatta da sola in macchina tutta la strada da Bari , Antonella a cui devo un bellissimo ritratto di Jonas in casa Puccini. Dopo una notte passata in una improbabile pensione Butterfly all’alba sono andata a salutare la statua del sor Giacomo sulla riva del lago di Massaciuccoli. Qui tutto parla di lui: villa Puccini non era piû illuminata a giorno come la sera prima , un mondo ovattato in un pacato silenzio invernale rotto solo solo dal crocchiare delle anatre nel lago , Jonas é ripartito per Parigi per l’ultima replica della Dannazione. La musica di Puccini nei nostri cuori , il ricordo di una serata indimenticale nella mente e queste poche note per condividere la memoria con i miei manzonianamente affezionati venticinque lettori.
Bellissima evocazione, anche di quel posto sperduto nella Toscana invernale (le anatre!). Grazie.
Poi ci ritorno sull’argomento ….troppo divertente
o te/voi felice /i
La puntata successiva é sul suo amore per Puccini e il suo …pazientare con le regie…
Non faccio altro che pensarci da due giorni e mi do i pizzicotti per sincerarmi che non sia stato solo un bel sogno. Che adorabile affabulatore e narratore di aneddoti! E le sue risate omeriche? E’ vero, non ha cantato, ma quando ha staccato per un attimo la mano dalla bocca mentre faceva i vocalizzi, ne è uscito una specie di boato che ha fatto tremare il piccolo auditorium… La spontaneità di questo incontro molto poco formale è stata una cosa preziosa, che conserverò come uno splendido ricordo.
Davvero una serata speciale