Perché non son’io coi miei pastori?

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La chiacchierata di sir Tony con Jonas davanti ai pochi fortunati ammessi al teatro di Villa Torlonia è stata per me fonte di una di quelle delusioni attraverso le quali decido di essere ancora molto giovane “dentro”. Mi ero data tanto daffare per arrivarci. A parte la per me aberrante decisione democratica di farne un evento “Open fur alles” da parte del Comune di Roma, in realtà niente di più esclusivo si poteva pensare per chi innamorato come me dei due mitici personaggi era anche disposto a correre su treni e abbandonare le noie di una vita quotidiana per un’ora di conversazione.

Chiaramente solo i mecenati di Santa Cecilia erano invitati davvero. Infatti una leggiadra e ricchissima signora romana mi aveva anche invitato ad aderire, forse non rendendosi conto delle capacità economiche di molti comuni mortali disposti come me a correre in giro per il mondo ad ascoltare musica   ma non altrettanto ricchi da essere addirittura sponsor dei famosi teatri d’opera. Per il mecenatismo mi basta il sostegno al povero teatro della mia città.

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Tutte le strade percorse per arrivare al mitico incontro poi mi avevano fatto alla fine rinunciare. La cara amica giornalista che all’ultimo momento aveva fatto di tutto per accontentarmi aveva avuto dei guai in famiglia talmente grossi da farmi addirittura vergognare della mia futile richiesta. Ma tant’è: ho amici dappertutto e così miracolosamente alle 21 e 13 avviene il regalo: sul mio tablet arrivano le prime foto dell’incontro. Le condivido subito, non sono gelosa quando posso regalare anche agli amici queste perle fotografiche.

Mi arriva anche nella tarda serata una specie di riassunto spiritoso, non c’ero ma sono felice lo stesso che amici…di mouse e di gusti musicali mi abbiano permesso di partecipare come da uno spioncino fuori scena alla bella serata. Per gratitudine li devo nominare: il carissimo Giandonato e il notissimo per me Anton Giulio.

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Ma prima o poi…se il mio sogno si avverasse…vorrei tanto arrivare a godermi direttore e cantante in una conversazione che non sia solo quel minuto diabolico rubato per gli autografi, di quelli ormai sono pieni i miei scaffali tanto da essere una specie di collezione

Io imperturbabile comunque seguito a correre dietro a tutt’e due, certo però che averli avuti a Roma e non essere riuscita ad andarci mi fa ancora un po’ male dentro!