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Una foto su Facebook , strani sacchi argentati sugli scogli , poi una didascalia : pensavo fosse un’installazione! In realtà si trattava quel povero gruppo di persone (non migranti , non clandestini) sbarcati a Lampedusa che stanno cercando di raggiungere la Francia laddove probabilmente hanno anche dei parenti in attesa . Quel gruppo di uomini donne e bambini colpiscono forse più dei mille accampati alla stazione Tiburtina di Roma, o di quelli abbandonati nei giardinetti davanti alla stazione di Milano: sono l’emblema vivente del fallimento di una civiltà , la nostra orgogliosa civiltà europea che ha saputo creare solo trattati economici ma che di fronte all’esodo biblico di intere nazioni in fuga da guerre , genocidi , pestilenze riesce solo a creare una barriera burocratica verso quella Francia per secoli da noi indicata come patria della libertà.
E’ notizia recente quella del primo ministro ungherese che vuole alzare un muro di 400 chilometri al confine con la Serbia per impedire il passaggio verso Nord dei poveri migranti dell’est, anche li sicuramente attirati dalla speranza di migliori condizioni di vita , verso la Scandinavia. Cala a picco il gradimento politico del partito al governo in Italia mentre cresce l’onda vergognosa di un leader delle Lega Nord , collega stretto di quella Marie Le Pen che nella civilissima terra d’oltralpe cavalca la stessa xenofofia neanche tanto nascosta dei nostri paesi ex-civili. Non è tanto lontano il ricordo di quello che siamo riusciti a fare in Europa di orribile nei confronti degli ebrei ed è inutile portare le scolaresche a visitare i Lager nazisti se poi in casa si fanno certi discorsi (perlopiù falsissimi) nei quali si dice che è il caso di pensare prima a noi , a noi che abbiamo figli disoccupati , a noi che già paghiamo troppe tasse per permetterci di mantenere le navi nel Mediterraneo per salvare quei disperati accalcati dentro i gommoni. Questi paesi mediterranei: l’Italia ma anche la Grecia e la Spagna sono geograficamente i primi nei quali arrivano intere popolazioni in fuga e siamo noi che non sappiamo più come fare per gestire questa migrazione biblica .
Quella bella pensata del Trattato di Dublino che ferma al primo paese d’ingresso l’onda migratoria è una trappola dalla quale bisogna uscire , ma non basta. Bisogna capire che non serve alzare muri , non servono le parole di un delirante fascista , ahimè ancora parlamentare , che dice serenamente in televisione che bisogna sparargli appena partiti in mare per fermarli. Se perlomeno si rileggessero Eschilo (forse qualcuno dei deliranti odierni a scuola un secolo fa ci è stato) per ritrovare nelle Supplici il tema dell’accoglienza per chi fugge dal mare .
” E’ tanto grande l’ala del dolore …per noi che tanto mare abbiamo arato…“
Questi versi li hanno recitati i ragazzi con i quali faccio teatro e sono convinta che nelle loro menti sia rimasto il senso della civiltà e dell’accoglienza. Sarò fissata , ma aldilà della revisione di ogni tipo di trattato i problemi dell’Europa sono ancora e sempre problemi di cultura.