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Ho parlato varie volte del fascino delle parole intraducibili e “sehnsucht” è una di quelle. In qusti giorni dopo la valanga di commenti che hanno seguito lo straordinario concerto della Scala di Jonas Kaufmann la parola è ritornata nel commento di una persona che aveva visto , forse per la prima volta , uno stralcio di un bellissimo concerto di Monaco con questo titolo che passa e ripassa su Classica , magari in orari impossibili. L’intero concerto di arie tedesche , insieme a interessanti commenti del tenore serviva per il lancio di un bellissimo Cd inciso da Kaufmann qualche anno fa nientemeno che sotto la bacchetta di Claudio Abbado.
Detto per inciso , sempre ad alti livelli il nostro tenore ! Si possono anche trovare sempre con Abbado su YouTube un bellissimo Rinaldo di Brahms e Das Lied von der Erde di Mahler , preziosi ricordi di una collaborazione eccellente.
Ma torno alla citazione e al perché di questa mia riflessione : “sehnsucht” intraducibile finchè un’amica colta che insegnava al liceo mi ha aiutato parlando delle origini del Romanticismo . In italiano sehnsuct si può tradurre nel “desiderio di desiderare”, lei mi diceva e mi allargava il discorso col quale si arriva fino a Leopardi. Io mi fermo prima : il mio desiderio di desiderare riguarda sicuramente tutto quello che nella vita , diciamo così nella forma diretta della gioventù, ho un po’ perduto .
Oggi la mia senhsuct si riferisce a quel senso di ricerca del bello filtrato da una nostalgia del tempo passato , quel vuoto riempito di musica , dalla musica accompagnata da una voce calda che scende sulle mie memorie , sul mio lontano brivido di gioventù che riecheggia nel ricordo.
La mia senhsucht è la voce ed è anche il volto bellissimo di Jonas Kaufmann.