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Pomeriggio d’estate , fa caldo e si aspettano le ore del tramonto per uscire. Per questo ho avuto l’occasione di vedere un’opera alla televisione che avrei disdegnato pensando tanto l’ho sentita tante volte , tanto ho il video di Salisburgo e invece ho passato due ore incantata a sentire , ma soprattutto anche a guardare una bellissima Ariadne a Naxos di Richard Strauss del Nationaltheater di Zurigo datata 2006 eccezionale sia come qualità musicale ma soprattutto per la bellissima messa in scena di Klaus Guth.Comincio dalla regia perché è da li che voglio partire : tutti conosciamo la storia di Arianna abbandonata da Teseo sull’isola di Naxos e del suo , diciamo così , ritrovamento da parte di Dioniso (o Bacco , come lo vogliamo chiamare). Ebbene l’isola di Naxos è un ristorante di Zurigo , perfettamente ricostruito in cui una donna sola , leggermente incline al bere per dimenticare , se ne sta seduta ad un tavolo nella sala vuota e sembra soffrire dei suoi ricordi mentre aspetta un ritorno abbastanza improbabile .
Già di per sé l’idea di una ristorante paragonato ad una lontana isola nelle Cicladi è abbastanza originale , poi quando la scena si anima di cameriere intente a riordinare i tavoli , di un gruppo di camerieri che tutto sommato pensano con un interesse molto maschilista alla donna sola , c’è anche una signora , diciamo così abbastanza esperta della vita che fa da ponte tra le tristezze della donna abbandonata e il resto della compagnia , tutto diventa perfettamente coerente. C’è anche un maitre , ci sono i clienti che entrano e la magia è che tutto funziona , la musica di Stauss sembra la giusta colonna sonora di questa seconda parte dell’Arianna che tutti conosciamo , ma che non avevo mai vista così valorizzata anche nell’intelligente testo di Hoffmannsthal in modo così pertinente. Nella prima parte dell’opera , quando cioè si assiste ai preparativi dei due spettacoli che saranno poi per volontà del signore della casa fusi in una unica rappresentazione , la messa in scena vuota si presta alla valorizzazione dei vari caratteri e qui decisamente grandiosa è la presenza di Alexander Pereira nelle vesti del perfetto maggiordomo , alter ego magistale ed ironico che in realtà comanda tutta la rappresentazione. Lui si è sicuramente divertito a recitare , ma ci divertiamo anche noi a sentirlo magnificare le sorti del teatro dove tutto deve funzionare…per divertire il suo pubblico. Un vero colpo di genio.
Torno alla messa in scena del pastiche dei due spettacoli che si dovevano susseguire . Anche il direttore dì’orchestra partecipa divertito e perplesso alla richiesta di assemblare il comico e il tragico mentre il regista (cieco) e il compositore che praticamente si è sparato per la disperazione si aggirano in cerca di dare un senso al loro lavoro. Tutto diventa fluido come la bellissima musica di Strauss che sicuramente si impenna all’arrivo di Bacco (e qui il pensiero corre ovviamente ad un certo Bacco leopardato che molti di noi conoscono) ma devo dire che nell’insieme così intelligente della messa in scena la sua assenza fa un pò meno male del solito. Una compagnia di canto perfetta : Emily Magee, che insieme a Elena Moşuc rivedremo a Salisburgo , regge più di venti minuti di silenziosi primi piani con una concentrazione di grande livello.a Moşuc , meravigliosa in questo contesto la sua aria di Zerbinetta , e anche Roberto Saccà regge bene la sua presenza di sconosciuto eroe che arriva a risolvere la triste solitudine della povera Arianna…al ristorante. Perfetti i quattro camerieri che poi si trasformeranno in quattro pesantissimi ragazzotti violenti , deliziose nella trasformazione in ninfe le kellerine in classica mise mitteleuropea di camerierine eleganti.
Tutto questo per dire che oggi non si può più pensare ad un teatro musicale privo di regia intelligente che nell’apparente tradimento ci rende con grande sapienza tutto il valore di un prezioso gioiello come è l’Arianna a Naxos di Strauss. Chiudo con un ricordo personale : l’ultima volta che la sentii a teatro fu alla Scala, dirigeva un grandissimo che ci avrebbe lasciato giovanissimo dopo non molto : Giuseppe Sinopoli , la regia era di Ronconi , la scena rappresentava l’Isola dei morti di Böcklin e lo spettacolo mi piacque tantissimo. Però questa volta questa messa in scena l’ho ricercata nella programmazione e me la sono registrata perché vale la pena di conservarla.