Boulez e Mahler

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Secondo giorno a Salisburgo . Fa un freddo quasi invernale , tira vento ed esco praticamente con tutto quello che ho addosso.  La giornata comincia col gioco dell’orientamento . Non sono mai stata al Mozarteum e la gentile signorina delle reception me lo mostra sulla cartina , anzi mi ci disegna sopra addirittura il percorso, ma io questo Mozarteum proprio non lo trovo! Per fortuna  Salisburgo non è proprio Parigi e domandando qua e là finalmente lo trovo . Avevo fatto un divertente girotondo perché il Mozarteum è a due passi da qui. Meno male la mia solita prudenza , se fossi partita per il concerto con le indicazioni alberghiere il concerto di domani me lo sarei perso perlomeno a metà. Seconda parte della mattinata , vado a salutara una bella Madonna quattrocentesca nella chiesa dei Francescani e poi mi accorgo di avere una fame da lupi. Praticamente  il giorno prima non avevo mangiato . Siccome in quel locale ieri c’era entrato un certo amico mio mi ci sono fermata…per simpatia e ho   preso una schnitzel gigante, con conseguente abbiocco pomeridiano.

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Appuntamento alle cinque e mezzo con Helga davanti alla Festpielhaus, un pubblico mondanissimo , retrò che di piu non si può, è la Salisburgo che non amo , quella della gente che guarda la gente . Tutti in tiro per il gran Gala di Domingo , francamente non  mi pareva di perdere tanto a non andarci. L’amica gentile entra e io mi trovo a gironzolare in attesa di entrare al mio concerto e siccome i pellegrinaggi se si fanno si devono fare seri vado a prendere una favolosa fetta di torta da Schatz con il the . Concerto di nuovo alla Felsenreitschule , orchestra della ORF , direttore Cornelius Meister. Quando arriva , il podio è piazzato al centro della platea,  mi fa impressione perché è praticamente un ragazzino. Prima parte Rituel in memoria di Bruno Maderna di Pierre Boulez.  Sono sul difficile , ma la strana disposizione dell’orchestra che praticamente ci circonda , con le sezioni musicali , otto per l’esattezza  che si susseguono in  una strana armonia indefinibile e soprattutto con questo ragazzino che ho molto vicino e che vedo dirigere in maniera strana con tutte e due le mani alzate e le dita aperte mi affascina davvero. Vedo anche lo spartito , enorme , con strane linee , non ci sono le note , mi piacerebbe capirne di più.

Seconda parte  e qui sta il regalo del giorno : la prima di Mahler , il Titano che tanto amo e mi canticchio dentro perché riconosco i temi dai Lieder eines fahrenden Gesellen… “Schöne Welt!“ . Il maestro , questa volta sul podio tradizionale con la grandissima orchestra  mahleriana, volta le spalle ma vedo che dirige senza spartitp con una gioia che mi ha ricordatato quella di Abbado quando dirigeva questa sinfonia.Ha solo trentacinque anni , penso che ne risentiremo parlare parecchio. L’ho aspettato quasi un”ora all’uscita e lui imbarazzatissimo perche mi aveva fatta aspettare , con una timidezza deliziosa mi ha voluto fare una piccola dedica sul programma. Stasera il cielo è ritornato sereno , di notte spariscono  i turisti a frotte , Salisburgo ritorna decente , anche se capisco Mozart che se ne era andato via presto.

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Peana per un’antica civiltà

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Nel mio albergo di Monaco, un po’ troppo sulla pubblica via e privo di stanze accoglienti in comune , così da non dovere stare per forza in camera se non si ha voglia di uscire nella Babele estiva, ci sono comunque cose carine da segnalare . Una buona tranquilla colazione ad un prezzo giusto , belle docce moderne nel bagno pieno di mensolette e, per finire, il personale : praticamente tutti greci e tutti molto veloci a capire le richieste della clientela. Fra tutti il fantastico Kostas:  mi ha stampato velocemente tutta la mappa per andare alla casa di Thomas Mann, mi ha dato ogni tipo di informazione e soprattutto, mi ha recuperato sulla memory card le mie foto perdute._dsc0105_ret

Questo lo ha fatto la sera , tornando a casa e mandandomi decine di messaggi per farmi capire come avrei potuto fare per  riavere i miei preziosi reperti.  Santo subito! Spero trovi il tempo di fermarsi ad Ancona quando va a casa per le meritate vacanze e se non trova il tempo lui lo troverò io quando , se Dio vorrà , tornerò a Monaco a fine settembre. Lui viene da qualche parte vicino a Igoumenitza , a poche miglia da li un mio posto del cuore : Sivota. Ci ho passato giornate di sogno , con la barca ormeggiata in una baietta quasi privata, ci svegliava il ragliare del somaro e la notte un gallo senza orologio ci faceva compagnia Tuffi all’alba e cene da Joannis con avventurosa traversata in canotto . Ora quel mondo non c’è più anche perché tornandoci pochi anni fa per una gita col FAI ho scoperto che il paesino addormentato è diventato un banale luogo di villeggiatura con la costa deturpata da orribili villaggi vacanze.

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Mi a me resta il ricordo di quella Grecia gentile , di quella frase : italiano-greco , una fazza una razza…che ci faceva tanto sorridere. Grecia , terra di emigranti poveri , di antica cultura , di gentilezze lontane. Metto in scena i grandi classici da tanti anni , so riconoscere nella bellezza di un verso antico  tanta più forza di quella che si trova in retorici reportage sull’ immigrazione di oggi : ” è troppo grande l’ala del dolore…per tutto il mare che abbiamo arato…” Ogni volta che penso alla Grecia ho come un nodo dentro , ora ci si aggiunge anche la gentilezza del garbato portiere Kostas.

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