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Che questo Fidelio sia stato pensato in funzione della centralità del ruolo di Florestan lo si capisce dal primo momento, quando sulle note della prima ouverture la donna senza voce indica il volto pensoso del prigioniero sul sipario chiuso. La scena monocromatica indica un nonluogo classicheggiante in cui ruota al centro un inquietante cubo nero che in qualche modo ricorda il monilite di 2001 Odissea nello spazio. Ombre nere , gigantesche o piccolissime si incontrano mentre i personaggi prendono rilievo in relazione alle stesse. Minacciosi uomini in nero in contrasto con le bianche figure del coro dei prigionieri , tutto sembra preludere all’arrivo del vero protagonista dell’opera. Oserei dire , citando ancora una volta Bertolucci : la tua assenza più acuta presenza.
Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt// Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor
Copyright:Monika Rittershaus
Ne risulta evidente il ruolo di comprimaria di Leonore , doppiata dalla sua figura giovanile senza voce con sforbiciature anche notevoli del libretto. Dice Claus Guth nelle note di regia : contrasta la banalità del testo a fronte della musica sublime , da qui la scelta di affidare grande parte del ruolo di Leonore ad una giovane sordomuta che con il linguaggio dei segni esalta la potenza lirica della partitura. Anche nelle note di Welser Möst si legge chiaramente una scelta e la citazione è tratta da una lettera di Beethoven a Carl Maria Von Weber che avrebbe diretto l’opera nel 1814: tagliate quello che volete, adattate la messa in scena alle vostre esigenze.
Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan
Copyright:Monika Rittershaus
Questa è in ultima analisi la scelta di fondo di questo allestimento : partendo dal libretto francese fino alla versione in tedesco e con le diverse partiture a disposizione, l’allestimento di Salisburgo risulta un’opera in parte nuova , sicuramente stimolante nella realizzazione. Non sono certa che, senza la straordinaria prestazione attoriale di Kaufmann , il progetto avrebbe avuto la stessa valenza, infatti la prima parte ne risulta priva del pathos che comunque è contenuto nella partitura con particolare riferimento alle bellissime arie di Marzelline e di Leonore.
Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Adrianne Pieczonka:Leonore, Tomasz Konieczny:Don Pizarro, Olga Bezsmertna:Marzelline, Jonas Kaufmann:Florestan, Sebastian Holecek:Don Fernando, Norbert Ernst:Jaquino, Nadia Kichler:Leonores Schatten, Hans-Peter König:Rocco
Copyright:Monika Rittershaus
Poi nel buio totale , nascosto dal cubo nero attacca il Gooottt…di Florestan che appare lentamente nella semi oscutità : quasi cieco , con scatti di vitalità irrazionali , gesti di incontrollata gestualità , un uomp perso , finito che infatti non ´riconoscerà Leonore e neppure Leonore ritroverà in questa larva il suo amore perduto. impaurito. Guarderà con curiosità l’acqua che gli viene offerta , rientrerà addirittura nella cisterna buco nero per sfuggire ogni incontro. Quando i minacciosi uomini neri , con Pizzarro lo accerchieranno Leonore, finalmente svelata , lo salverà in realtà le due figure si fermeranno bloccate dalla difficoltà di riconoscersi. Sul non incontro c’e una prima chiusura . Poi l’ opera riprende con la meravigliosamente eseguita Leonore N. 3 a sipario chiuso e quando questo si riapre sarà in un grande salone dal rosso tappeto con un enorme lampadario al centro. Ma l’arrivo del Governatore non porterà la luce nello spento Florestan che cerçherà vanamente di ritrovarsi e di riconoscere la sua sposa. Crollerà alla fine al proscenio , come la fine di tutte le Utopie, mentre la donna dei segno esalta il testo gioioso del coro fuori scena.
Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan, Tomasz Konieczny:Don Pizarro
Copyright:Monika Rittershaus
Mi domando cosa potrà rendere la ripresa televisiva di questo spettacolo che mi ha fatto pensare ancora una volta all’affermazione di Patrice Chereau che l’opera é uno spettacolo frontale e che solo in questo modo la si può apprezzare veramente. Certo , la faranno da padrone i primi piani del grandissimo attore sperduto nella sua lontananza , come abbia fatto Kaufmann a costruirsi questo personaggio andando avanti e indietro con Monaco per la ripresa di Manon , ha dell’incredibile. Forse per questo mi ha detto nel breve incontro per strada quando gli ho chiesto di farmi la sua famosa risata : oggi no, proprio non ce la faccio , sono troppo stanco. Semmai questo Florestan si avvicina al Don José disilluso di Orange, uomini stanchi come in fondo penso sia lo stesso Kaufmann in questo momento.
Salzburger Festspiele 2015/Ludwig van Beethoven/Fidelio/Premiere am 04.08.2015/Musikalische Leitung:Franz Welser-Möst/Inszenierung:Claus Guth/Bühne und Kostüme:Christian Schmidt//Jonas Kaufmann:Florestan
Copyright:Monika Rittershaus
Per tornare allo spettacolo , ieri sera la prima , molte mises improbabili in ogni altro loco. Qui sembra che l’Austria felix sogni di ritornare ai suoi fasti, solo i militari in divisa sembrano uscire da edizioni low-cost di operette. I biglietti andavano a ruba , si vociferavano cifre da capogiro , in albergo mi hanno considerato una miracolata , poi a teatro ho trovato vecchie amiche di Monaco felici di avere trovato i biglietti…la mattina, dovunque allignano le leggende metropolitane. Io sono molto contenta di avere chiuso questa mia lunga vacanza con uno spettacolo particolare , già bellissimo nel ricordo che sicuramente farà discutere , ne leggerò volentieri le dotte critiche e interpretazioni . Personalmente ribadisco la mia recensione a caldo di ieri sera: svuotato di ogni speranza questo Fidelio , non più Inno all’amore coniugale , è uno spettacolo bellissimo e triste, forse dimensionato alla cupa realtà dei nostri tempi bui.