[bing_translator]
Ultimo giorno , è scoppiato un gran caldo. Prima di addentrarmi nel racconto della serata spendo qualche minuto pomeridiano con notarelle di costume. Questa Salisburgo è divisa in due tra il grande turismo di massa, che letteralmente la violenta nelle sue antiche stradine medioevali, e il pubblico del Festival. C’é un tale distacco, direi quasi epocale, che fa persino tenerezza. Nell’aggirarmi nei teatri, ovunque mi volga, vedo smoking d’epoca ( veramente d’antan quelli bianchi) e ho spesso la sensazione di stare in un grande ristorante , mi sembrano tutti camerieri! Tremolanti , con stampelle , in carrozzine , i ricchissimi vegliardi credo che non sentano neanche più bene la musica. Solo in alto , dove tutto costa un po’ meno ( si fa per dire ) si ha la sensazione di un ascolto consapevole , melomani incalliti , musicisti e aspiranti cantanti, il resto è silenzio direbbe il Bardo . Ogni tanto qualcuno/a ruzzola pure per le scale , sadicamente mi sento una ragazzina anche se poi gli specchi impietosi mi raccontano di appartenere già alla eletta schiera dei vegliardi. Rito nel rito, fuori nella strada tutti a fare “chi guarda chi” . So che stasera sarò guardata. Pare che questa prima sia la più ambita e la più elitaria del Festival…
Strano questo mio amore per Fidelio. La prima volta fu alla Scala , dirigeva Muti , bellissime scene di Enzo Frigerio e c’era un ragazzo tedesco nel ruolo di Jaquino , non l’ho per niente memorizzato. Il programma poi non lo trovo più , il caro compagno della mia vita era talmente distratto che li seminava al bar , dentro il palco , mentre si metteva il cappotto al guardaroba. Insomma il reperto magico non ce l’ho più. Ho perà il ricordo di essermi innamorata di questo Beethoven , di questo inno alla libertà , di questa Leonora/Fidelio . Insomma della protagonista.E stasera tutta l’attenzione della stampa , delle tv , dei social è per Florestano , saremo un po’ strabici? Una specie di santissima trinità: Franz Welser Möst, Claus Guth , Jonas Kaufmann.
Riprendo dopo teatro : stasera un commento veloce , domani in viaggio sarò più dettagliata. A botta calda : Jonas Stanislavsky Kaufmann salva ogni cosa , ormai non ha neanche bisogno di cantare , infatti il suo Gooot , peraltro cantato al buio e quasi fuori scena non era poi così lungo come una volta ; secondo metterei Welser Möst che ha diretto i Wiener in maniera prodigiosa , soprattutto la Leonora tre prima della fine , ultimo , in altri casi eccelso Claus Guth , a furia di essere troppo intellettuali e ieratici qualche volta si affonda nella banalità di ritorno . Ma per tutto c’è una spiegazione e domani approfondirò meglio, mi aiuteranno come al solito le note al programma. Chi forse ha il diritto di essere perlomeno irritato è proprio Beethoven , gli hanno addirittura levato il lieto fine! Stop , faccio la valigia perche’ domattina il treno per Monaco aeroporto ce l’ho abbastanza presto. A teatro comunque il regista è stato buato di brutto.