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Nel fiume di inevitabile retorica che ha accompagnato la cerimonia di commemorazione delle centotrenta vittime del terrore nella notte del 13 novembre scorso che si è svolta nel grande cortile de Les Invalides e che molto per caso ho seguito distrattamente c’è stato un momento molto particolare , assolutamente passato sotto silenzio nei commenti e che invece nel nostro paese avrebbe dovuto essere rimarcato con più emozione.
Alla fine del discorso di Hollande , del quale ho molto amato un piccolo inciso : “la libertà non va vendicata , la libertà va servita”, è stata suonata la Marsigliese e fin qui tutto mi è sembrato dovuto. Poi mentre piano piano la folla della tribuna d’onore cominciava ad allontanarsi la banda ha attaccato alcune note ( ovviamente il commentatore italiano non le ha riconosciute. anzi ha detto che era l’Ouverture della Forza del destino) invece si è levato chiaro e solenne il coro del Nabucco cantato in uno splendido italiano.
Quel Va pensiero mi ha talmente colpito, quelle parole così esatte per chiudere la cerimonia, evidentemente scelte da chi della grande cultura europea sa bene il valore , mi hanno detto più di tante vuote parole sul senso di essere europei. Non è che i francesi non avessero dalla loro tante pagine musicalmente memorabili, ma avere scelto di chiudere la mesta cerimonia con la grande aria di Giuseppe Verdi mi è sembrato bellissimo.Ovviamente il fatto è passato nell’indifferenza dei media e invece io nel mio piccolo spazio del blog voglio proprio sottolinearlo.
Sono questi i gesti che restano, peccato che in modo particolare gli italiani non lo abbiano sottolineato abbastanza.