Parigi- – parte seconda

img_1082

 

Il secondo impero al Musé d’Orsay.

Ho scoperto gli autobus di Parigi , si fanno tour turistici con due euro ! La storia della Francia la guardo dal finestrino , non è come in Metro dove scorrono solo i nomi .

Se poi aggiungiamo una magnifica giornata di cielo parigino azzurrissimo pare proprio che non manchi niente e ricordo il mio primo viaggio scolastico-premio . Avevo vinto una specie di concorso e avevo scelto Parigi . Ai miei tempi era la città del sogno .

Una mostra strana e molto raffinata , vista grazie alla solita segnalazione del’amico colto e prezioso.

Un tempo , quello del Secondo Impero , molto snobbato dal punto di vista artistico . Non a caso la mostra si chiude sul Déjeuner sur l’erbe del Salon des Refusés…il che fa capire quanto si girava la pagina alla fine del periodo.

Ma l’imperatrice Eugenia e le sue mises romantiche incanta ancora , in una bella piccola statua ha il vestito della Cardinale nel Gattopardo , lo stesso di Elsa nel bellissimo Lohengrin della Scala !

Ci sono vetrine di gioielli di una bellezza mozzafiato e incantano le prime foto preziose di Nadir , piu affascinanti addirittura dei ritratti . C’è anche un bel pannellone storico :dal 1851 al 1870 …tanti destini d’Europa si incrociavano qui , compreso molto Risorgimento italiano.

Il nemico sempre lo stesso , gli amici oltre Manica , le guerre lontane sono i nomi dei boulevard e dei ponti di Parigi .

Nacque allora il teatro dell’opera , il Palais Garnier, non l’orribile scatolone grigio dell’opera Bastille che ogni volta mi pare più brutto e irrazionale .

Poi avendolo girato anche dietro le quinte é davvero demenziale .

Ma torniamo ai fasti del Secondo Impero . Siamo dalle parti della Dame aux camelias e c’é anche una sala dedicata al teatro ovviamente con molto Hoffembach,

Momento di debolezza mi fa venire la voglia di comprare il catalogo…poi penso al peso da riportare a casa , ai mille cataloghi chiusi in libreria e . potrô trovare tutto in rete…infatti c’e il bellissimo sito del museo su youtube con ben tre video sulla mostra.

 

 

Seconda opera in programma : Les contes di Hoffmann. Devo ammettere che non è mai stata tra le mie preferite anche se ne ricordo allestimenti sontuosi .Ricordo anche di averci portato figli e nipoti considerandola pure adatta ai ragazzini.

Questa messinscena di Carsen , genialissima , é molto divertente ( anche se forse mi ha troppo ricordato il suo teatro nel teatro:(don Giovanni e Tosca per citarne due ) non basta a farne quel capolavoro che non è. La precisissima lettura di Philippe Jordan per me non basta a fare il miracolo.

Forse , ma dei se e dei ma è tappezzato l’inferno , se ci fosse stato un Hofmann capace di affondare nel lato oscuro del personaggio la resa sarebbe stata diversa.

Invece si ride molto ,il teatro partecipa vivacemnte e Ramon Vargas ce la mette tutta , voce chiara , dizione perfetta . Salta e balla , si muove con vivacità, sa anche recitare , la sua performance è stata all’altezza , ma ….

Le voci sono tutte ottime . Mi ha colpito in particolare Stephanie d’Oustrac nel doppio ruolo della Musa e dell’allievo Nicklausse   , anche il basso Roberto Tagliavini nella varietà dei suoi ruoli è stato perfetto , Ermonela Jaho alle prese con Antonia ha ben superato la prova anche se il suo personaggio e segnatamente tutto il secondo atto è sempre il meno riuscito dell’ intera opera , vivace e acrobatica la Olympia di Nadine Koutcher ,si tratta della prestazione più accattivante e il pubblico è generoso di applausi.

Un vero colpo di genio la famosa Barcarolle con la platea di un teatro semovente a ricreare le onde, fantastica e all’altezza la Guilietta di Kate Aldrich.

Ma l’opera ha troppi finali , soprattutto manca a Vargas la capacità di passare al tragico sprofondare nel suo delIrio di etilista del personaggio

Si ride , si ascolta una musica facile e giustamente Robert Carsen é sortito a prendersi i meritati applausi.

Un’ occasione perduta di avere un Hoffmann nel finale ultimo tragicamente perso nel suo delirio . Peccato , forse l’occasione non l’ho persa solo io.

 

Viaggio a Parigi – parte prima

 

img_1036

 

Avevo comprato tanto tempo fa uno strano abbonamento allOpera Bastille che mi assicurava buoni posti sia per Les contes di Hoffmann che per il Lohengrin e avevo, pensato che fosse una cosa buona anche perché . avrei avuta la possibilità di abbinare una bellissima opera con una grandissima Anita Raschvelisvihli, il Samson e Dalila di Saint Saens.

Buttavo via due spettacoli minori   ma avevo assicurato buoni posti per le tre opere di cui due con il caro tenore al quale sono particolarmente sffezionata , ma che mi costringe a notevoli esercizi spiritual di pazienza.

Non è la prima delusione dell’ anno . In media me ne da tre , anche se questa volta la media sul programma generale è decisamente più alta del solito .

Infatti ho cominciato a guardarmi i intorno , ci sono bellissimo spettacoli anche senza di lui e in fondo credo di avere già visto tanto del suo repertorio da pensare che non ci sia più molto di nuovo da sentire cantato da lui .

Insomma non è che faccio come la volpe e l’uva , cerco di essere obbiettiva …e come Cavaradossi comincio a cantare ” ce n’è tanti pel mondo!”.

 

Mentre gia mi beavo della sosta a Monaco perché per andare da casa mia a Parigi è la via ..migliore mi annunciano un bell’overbooking sul mio volo.

Vado al desk e nel mio franco/ tedesco /Inglese spiego che ho l’opera la sera e i gentilissimi comprensivi addetti aeroportuali monacensi mi lasciano il mio posto,: potenza della lirica …dove ogni dramma è un falso ….anche se nel mio caso era invece tutto verissimo.

 

Prima serata : una messinscena straordinaria con un’Anita/ Dalila da segnare nella memoria delle grandi interpreti . Ma cerco di andare per ordine : l’opera di Sains Saens è nota soprattutto per la grande aria : mon coeur s’ouvre a ta voix e per il baccanale kitch che piu kitch non si può.

Ebbene Michieletto ne fa un’opera bellissima , abbandonando tutto il ciarpame esotico-biblico , riportando ad una dura storia d’amore e morte un soggetto che risulta essere perfetto anche nella tessitura musicale.

Si aggiunga l’alto livello della direzione di Philippe Jourdan anche lui attento ad una lettura rigorosa , bellissimi i cori preparati da Jean Luis Basso, scene e costumi perfetti e si assiste a quel miracolo che ancora un’opera può suscitare : un teatro pieno di giovani , ovazioni a non finire ed era la penultima replica.

Quando Anita in camerino mi ha detto : è tutto nel libretto diceva la semplice verità, anche se la messinscena in abiti moderni poteva insospettire i nostalgici del peplo .

Nel gesto di Sansone che per amore si taglia da solo i capelli c’e una scelta consapevolmente umana e la sua sconfitta sarà anche la sconfitta di una Dalida osannata in una festa , questa si in pepli sgargianti di un popolo bue che si abbevera di denaro, ma che nel finale di pietà si ricongiunge al suo uomo sconfitto nell’accendere anche su di se’ la fiamma purificatrice.

 

Uno spettacolo bellissimo e intelligente . Il video è in circolazione . Non credo però che riesca a rendere tutta la passione che scorre nei tre atti veloci , nella forza della passione che agita i protagonisti . Io non avevo voluto vederlo ” prima” . Ora rivederlo mi permetterà di apprezzare anche di più tutti gli interpreti , in particolare Antonenko che stasera era decisamente giu di forma .

Anita è una forza della natura , fresca come una rosa se ne usciva alla fine serena con il suo giovane sposo , come se avesse fatto una passeggiata nel parco.