mio cugino

 

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Viaggio a Milano .

Una giornata davvero particolare , un incontro con una persona eccezionale : Angelo Loforese .

Cugino primo della mia mamma Anna Loforese , il cui padre si chiamava Angelo , nome che poi fu dato alll’ultimo nipote dì una numerosissima famiglia , forse perché lo zio era un musicista , infatti il mio nonno suonava nell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ed era anche un compositore , l’omonimia musicale nel nome.

Poi la vita ha portato Angelo nipote ai fasti di una importante carriera lirica .Oggi lui vive a Casa Verdi a Milano e io l’ho incontrato , con molta emozione , in questa sua nuova casa.

Ero andata più di una volta in visita da lui , nella sua bella casa milanese dove ancora dava lezioni di canto a giovani speranze . A me aveva già dedicato qualche ora di ricordi con la sua garbata parlata meneghina , la sua origine pugliese solo nel nome e nella tradizione.

Ne ho già scritto piu di una volta , la sua vita raccontata con garbo e senza alcuna enfasi piena di nomi altisonanti e di qualche rammarico per avere avuto , nei suoi anni giovanili sempre una triade di grandi tenori davanti e lui sempre pronto con la valigia e coprire le defezioni , lui cui non mancava proprio niente per essere tra i grandi .

Un repertorio sterminato , una voce sicura e preziosa .

Poi col passare degli anni , scomparsi tutti gli altri , il suo mito è cresciuto in maniera esponenziale anche per la sua incredibile longevità nella quale non ha perso niente della preziosità della sua voce e della lucidità del suo pensiero

É sicuramente molto riduttivo dire che ha 96 anni, Non è il numero degli anni che lo fa eccezionale , è la sua grazia , la sua lucidità , il suo senzo dell’umorismo .

Veramente un incontro prezioso in un luogo straordinario.

Devo dire che entrare a Casa Verdi in maniera così informale mi ha riempito di un particolare orgoglio, la tomba di Verdi illuminata sullo sfondo , il portiere gentile , la ricerca del Maestro .

Non risponde in camera e mi invitano ad andare al primo piano . C’è un concerto nella sala grande , forse é li.

Salendo le scale mi sembra di sognare : le note del viaggio di Sigfrido sul Reno mi accompagnano .

Come ? Wagner mi accoglie in casa Verdi ? Mi affaccio alla sala , una scena degna del miglior Sorrentino: un centinaio di teste canute , qualche sedia a rotelle qua e la, anche un pô di trespoli per le flebo . Gentili infermieri/ badanti assistono affettuosamente . In gran maggioranza donne , cinicamente m spiegano : per forza , campano di piu!

Ma il cugino elegante non c’è. Mi aspettava in un salottino , mi appare davanti elegante e distinto col suo bastone da passeggio .chiaro che lui snobba il documentario concerto. Infatti mi porta nella sua camera , poi addirittura mi invita fuori , al bar , per un aperitivo.

Capisco che questo pensionato prestigioso gli sta stretto , mi dice anche che con una piccola cauzione ha anche ottenuto una chiava per rientrare ..quando vuole!

Presto andrà a Bologna per una masterclass al Conservatorio, poi é spesso invitato d’onore a concorsi lirici , anzi uno recente era proprio intestato al suo nome .

Capisco che non vuole lamentarsi del presente . I rimpianti sono solo quelli lontani , come quella volta che Corelli gli soffiò con un contratto già firmato il ruolo di Dick Johnson nella Fanciulla ….

Quando gli chiedo come faceva a ricordarsi le parole del suo sterminato repertorio mi dice che era la musica ad aiutarlo, anche per una canzone le parole le ricorda   solo quando ascolta la musica .

Alla domanda se é un ascoltatore severo mi risponde che lo è solo quando è nel ruolo di insegnante , quando é spettatore è molto più clemente . Sa che essere un cantante lirico é il mestiere più difficile del mondo.

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La piccola visita con passeggiata al bar vicino volge alla fine , lo aspetta la cena , piuttosto presto per i suoi gusti .

Al portiere che mi chiama un taxi spiega con orgoglio che sono sua cugina , venuta apposta a Milano per incontrarlo.

Gli prometto che tornerò presto , lui mi saluta sul portone, mentre il taxi si allontana, togliendosi galantemente il cappello.

 

 

 

treni due

 

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Sempre sulla tratta adriatica ma questa volta verso il mitico nord a bordo di un Freccia bianca .

Mi sento più sicura e poi soprattutto non devo cambiare , la vita sembra meno complicata ma non avevo fatto i conti con l’imponderabile Trenitalia .

Tre Pesaro e Rimini la voce celeste ci comunca che per un controllo ( non meglio specificato ) su treno precedente ripartiremo con dieci minuti di ritardo che poi seraficamente diventano venti , trenta ,…per poi arrivare alla festosa ripartenza ai cinquanta

. Penso che il controllo debba essere stato molto accurato e che forse stavano cercando un pericoloso terrorista , forse il cervello di tutte le operazioni terroristiche passate presenti e future .

Non ci è dato saperlo , anche la componente “mistero” aggiunge fascino al viaggiare nel bel paese..

Intanto scatta la solita solidarietà tra compagni di avventura , si ripete l’effetto Ombre rosse , magari con meno allegria della tratta country verso Roma . Qui la gente deve prendere aerei , connessioni urgenti per lavoro ma l’aria del ” vogliamoci bene” cara a una consueta cinematografia casalinga c’e tutta.

Poi la magica Trenitalia che aveva vantato tramite la voce celeste che saremmo stati gratificati di un bonus qualora fossimo arrivati con ritardo tra i trenta e i cinquantanove minuti ( e dopo un’ora niente?) ha invertito la tendenza e corri …corri siamo arrivati a Milano Centrale esattAmente con un ritardo di ventinove minuti . Magica Italia !