Comincio da un momento speciale . Durante l’intervallo tra la prima e la seconda parte del bellissimo recital di Anita Rachvelishvili alla Scala, Oto , il marito di Anita nel suo semplice inglese ( più un linguaggio dei gesti ) mi indica l’autore delle bellissime musiche che accompagnano il primo ciclo di Lieder : Nikoloz Rachveli – Memanishvili . In particolare mi ha sconvolto la musica sulle parole della poesia Totentanz di Paul Celan. La conosco bene e mi è anche capitato di declamarla in Giornate della Memoria .
Ebbene quella musica su quelle parole e la potente voce di Anita mi hanno veramente colpita . Cerco di ringraziare il piccolo uomo georgiano che ho davanti a me e lui dolcissimo per ringraziarmi mi prende tut’e due le mani e se le avvicina al viso , come per baciarle . Un ricordo che non dimenticherò.
Tutta la serata è stata una di quelle da essere felici di esserci stata , a parte il fatto di essere in allegra e simpaticissima compagnia ,la gioia che mi da ogni volta entrare nella sala del Piermarini si spiega solo col fatto che mi rendo conto di entrare in un tempio mitico nel quale ogni volta mi succede qualcosa di speciale .
Speciale davvero questa serata con Anita e il suo poliedrico accompagnatore David Aladashvili.
Si sente il feeling fra i due , il loro giocare insieme , il vero modo per fare musica è palpabile e aggiunge leggerezza alla performance .
La voce di Anita è la voce della Natura , una voce che sale ad altezze incredibili e scende in tenebrosi abissi dell’anima lasciandoci sospesi in un tempo senza pari.
Il programma non è facile e per gran parte ignoto al pubblico scaligero , ma il livello della prestazione é cosi alto e Anita qui a Milano è veramente tanto amata che difficilmente riusciva a chiudere i cicli senza ovazioni anche non ortodosse tra un pezzo e l’altro.
Nella prima parte , oltre ai quattro pezzi di cui ho parlato all’inizio , due arie di Tchaikowsky e cinque di Rakmaninov, il cui pezzo forte e più noto è Vocalises che ha permesso alla cantante di stupirci con l’ampiezza della sua estensione vocale e la facilità dei suoi incredibili fiati.
Mi sono trovata a sperare che un giorno incida queste arie , saranno un successo garantito .
Piû facile la seconda parte .Sette canzoli popolari di Manuel De Falla e poi gran finale italiano con Tosti e Rossini .
Raffinata e preziosa inclusione nel programma delle arie di questo compositore di cui quest’anno ricorre il centenario della morte e di cui non molti si sono ricordati .
In realtà poi Anita ci ha regalato anche clamorosi bis : l’aria di Dalila dal Samson e Dalila , due classici pezzi della Carmen ( qui giocava davvero in casa e per finire ha ripetuto la splendida romanza di Tosti Malia , allora mi è passato per la testa il solito pensiero irriverente: chissà perché non le cantano di più anche altre grandi voci queste arie , emanano un fascino struggente , un grazie particolare ad Anita per avercelo ricordato .
Ritorno per chiudere al primo ciclo raggruppato sotto il titolo : Il resto è silenzio . Titolo schespiriano che si adatta anche alle terribili notizie di orrore che ci attendevano alla fine del concerto , questo nostro mondo sempre più piccolo e di nuovo dilaniato dall’orrore perennemente pieno di morte con la sua crudele realtà cancella l’atmosfera natalizia e sfuma nel silenzio i canti gioiosi e le carole pubblicitarie.
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