Nell’immediato dopoguerra a Firenze al Supercinema davano dei documentari molto particolari.
Seppi dopo molti anni che erano firmati da grandi firme di Hollywood e che li avevano girati quando al seguito dell’esercito americano tornarono nella loro vecchia Europa , uno fra tutti Billy Wilder , ma le firme erano tante .
Di cosa si trattava : erano la più crudele e naturale documentazione di ciò che trovarono entrando in quelli che erano stati i più tristemente famosi campi di sterminio .
Mucchi di cadaveri di esseri scheletriti caricati su camion con le ruspe , le bocche dei crematori , gli sguardi sperduti dei sopravvissuti .
Il mio babbo prese per mano la sua bambina e mi ci portò a vederli , non li ho mai più dimenticati.
Dieci anni più tardi , giovane sposa ada Ancona, mio cognato ebreo uomo colto e molto intelligente mi mise tra le mani un libro classico ormai : Il Poniakov il cui titolo è Lo sterminio degli ebrei .
La mia formazione in merito a quella che oggi chiamiamo Shoa è avvenuta in quei due momenti tra l’infanzia e la gioventù e in teoria non avrei bisogno della Giornata della memoria per ricordare .
Eppure ogni anno a gennaio mi sento in dovere non solo di ricordare , ma di fare il possibile perché anche i miei nipoti ricordino.
Mentre passano sugli schermi televisivi molti film sull’argomento sento intorno a me discorsi tipo : basta , non ne posso più , non ho più voglia di vedere certe cose e intanto le stesse persone guardano insensibili le file di profughi allineati nel gelo ,coperti di povere coperte , spesso in ciabatte lungo le barriere di filo spinato erette dai civili paesi dell’Europa dell’Est .
Nessuna similitudine all’orrore programmato ma lo stesso sguardo indifferente che sicuramente avevano gli abitanti di Oswiechim quando guardavano quelle ciminiere dal grigio fumo maleodorante nei campi che noi sappiamo in tedesco si chiamavano Auschwitz , Birkenau e Monowitz, .
Quando qualche anno fa anche io ho fatto il mio pellegrinaggio doveroso in quei luoghi e quello che mi ha colpito di più sono stati i vasi di fiori alle finestre del ridente paesino confinante : espressione delle anime gentili che lo abitano anche se sappiamo che scavando nei terreni limitrofi la terra è ancora mischiata alla cenere umana , dopo tanti anni .
C’è una parte dell’uomo , di qualunque uomo un grumo nero che l’educazione e la morale ricacciano indietro , però dobbiamo esserne consapevoli .
Il male è sempre in agguato , sta ad ognuno di noi avvertirlo in tempo ,prima che sia troppo tardi.La velocizazione globale ci porta a sottovalutare e a rimuovere velocemente ogni orrore vicino o lontano che avviene nel mondo.
E’ più facile commuoversi per una storia singola , magari avvenuta nei nostri paraggi ed enfatizzata dal giornalismo ad effetto che non allertare le nostre coscienze per le cose terribili che avvengono dall’altra parte del globo.
Dovere di ognuno invece sarebbe di essere sempre in allerta , si comincia in una birreria di Monaco e si arriva allo sterminio di sei milioni di ebrei.
Si comincia una guerra per il predominio sui pozzi petroliferi e si arriva alla strage dei migranti sulle due tragiche rotte : la mediterranea e la balcanica.
I populismi tornano ad avanzare : un raduno in Germania con un cretino in moonboot che si fa i selfie di gruppo mi fa paura , come mi fa paura il miliardario platinato ( guarda caso con nonni bavaresi ) che contornato da soli uomini bianchi firma decreti che riportano gli USA indietro perlomeno di cinquant’anni.