Una serata tv , niente di interessante nei mille canali a scelta e finisco per rivedere Daniel Craig , alias James Bond e confesso il mio debole per questo attore scespiriano adocchiato tanto tempo fa in un film elisabetttiano , ritrovato nei panni del famoso agente i cui film snobbavo regolarmente.
Probabilmente il film l’ho già visto e seguo con modesto interesse tanto che finisco per non accorgermi che è finito e ne è cominciato un altro , stavolta col mitico Sean Connery.
Sto per spegnere quando mi attira una scena: si svolge in uin aeroporto e il nostro agente entra e esce senza metal-detector ,niente scanner eppure è armato e la valigetta che ha con sé non è proprio regolamentare.
Mi accorgo così di essere tornata in un tempo lontanissimo nel quale anche io ho vissuto ,quando si viaggiava col”beauty”pieno di bottigliette, con limette e forbicine, non si facevano file estenuanti di controllo e non c’erano poliziotti col mitra in giro.
Un mondo perduto di alberghi pieni di spie eleganti, di atmosfere molto letterarie e nel quale i cattivissimi erano comunque riconoscibili da subito per il loro ghigno sospetto.
L’agente 007 è sempre al servizio di Sua Maestà, lei incredibilmente sempre la stessa ,ma il mondo intorno invece è tutto cambiato.
Gli effetti speciali sono ridicoli, oggi un semplice videogame di un nipote piccolino è molto più sofisticato ma è l’aria che racconta di un tempo lontano anni luce dalla crudeltà in cui viviamo a colpirmi di più.
Quel nemico letterario si è materialiazato in sigle vere: Daesh e Isis sono reali come sono reali i morti sulle strade d’Europa falciati da innocui furgoni e allora appare irreale e lontanissimo il mondo nel quale abbiamo vissuto fino a poco tempo fa.
Forse la cosa che fa più impressione è il telefono preistorico con la ruota numerica . Il medioevo nel quale abbiamo vissuto.