Pensare alla Svizzera spesso equivale pensare alle banche, poi alle montagne, agli orologi e alla cioccolata.
Tutti i luoghi comuni generici, poi volendo ci possiamo allargare al fatto che è una confederazione dove si parlano varie lingue ,difficilmente si riflette sulla storia e sulla cultura di una città come Zurigo e invece basta un breve viaggio per scoprire che questa bellissima città affacciata sulla Limmat e che si allarga sul grande lago è un’affascinante sorpresa culturale e storica.
Zurigo e la Riforma. In un breve percorso tra il Grossmünster e la Fraumünster ci sono secoli di storia e di lotte religiose crudelissime e fondamentali per i cambiamenti che hanno apportato.
Oggi queste severissime e nude chiese sono impreziosite dalle stupende vetrate di Giacometti e di Chagall ,si entra e quello che colpisce è quel Libro aperto, unico segno di nuda Fede .
Ripassando il MunsterBrüke si sale al Museo che ha una raccolta di opere d’arte di una ricchezza e abbondanza sconvolgente.Preziose le raccolte di arte antica ma dove veramente il museo è straordinario è nell’arte dall’Ottocento ai giorni nostri.Elencare i nomi può non bastare, spesso è la qualità delle opere rappresentate che fa la differenza.Stupenda e ovviamente ricchissima la presenza di Giacometti ma i tanti Munch, i Segantini lasciano senza fiato.Gli impressionisti ci sono tutti e l’arte contemporanea è rappresentata ai massimi livelli.
Forse si farebbe prima a dire chi non c’è!
Un po’ più avanti dove il fiume si allarga nel Zürich-See c’è la inconfondibile facciata dell’Opernhaus,qui avvennero le prime esecuzioni di opere diAlban Berg,Schöberg e Hindemith.
Poi viene da pensare a quanti intellettuali qui chiusero la loro vita:
a Zurigo c’è la ultima casa di Thomas Mann , qui morì Elias Canetti,
l’autore di quello stupendo affresco di cultura mitteleuropea che è La lingua salvata.
Sulla riva di questo lago passeggiarono illustri esuli dell’intera Europa.
Appare anacronistico pensare che qui non siamo nell’Unione europea, ma forse il discorso ci riporterebbe all’inizio della mia riflessione, in ultima analisi torniamo prosaicamente alle banche.