Ormai niente sfugge allo sguardo impietoso della rete e mentre una volta i cantanti potevano permettersi il lusso di non essere sempre al pieno delle proprie possibilità oggi YouTube ci racconta crudelmene ogni sbavatura o caduta di tono.
Mi riferisco ai video dello Chénier di Barcellona , abbondantemente propinati nei siti dedicati a Kaufmann.
Non mi riferisco però al famigerato attacco dell’”Ora soave” per cui si sono spese molte variegate interpretazioni .
Come dice una che ne capisce ,si tratta di tecnica vocale e soprattutto si tratta di una volontà di sfida a centrare quel pppp che il nostro grande tenore seguita a cercare e qualche volta , di rado , anche a centrare .
No , io mi riferisco ai duetti amorosi con Maddalena di Coigny nei quali i due cantanti , come nella più antica tradizione operistica , che Kaufmann spesso superava con la sua arte di attore, si danno le spalle tra di loro e stanno ben in vista alla platea , proiettati con la voce verso il pubblico , a vista di direttore .
Un bel passo indietro rispetto alle precedenti edizioni dello Chénier.
Lui e lei non si guardano , magistralmente si amano e quasi non si toccano neppure , veristicamente cantano l’amore come in uno Chénier degli anni sessanta .
Poi ognuno può dire che la voce di lei superava quella di lui , che magari il grande tenore aveva un po’ di tosse , ma si sa ogni prestazione di Kaufmann viene …passata alla moviola .
In realtà , alla fine trapela qualcosa : “the show must go on “, ma è doloroso pensare quanto sia difficile stare sulla scena quando la testa è altrove , e mi sento quasi in colpa per quello che ho scritto fin qui.
La vita che entra violentemente nella finzione e rivela la serietà teutonica di un cantante che non si ferma anche se il suo cuore è altrove , se la sua vita privata , quella che lui difende tenacemente da sempre, in qualche modo tradisce la sua prestazione .
Ricordo il terribile dimagrimento quando entrò in crisi il suo matrimonio , per quanto lui cerchi disperatamente di difendere la sua privacy , di raccontare sempre la vita come una favola bella , in realtà esiste anche la sofferenza .
Il fascino della sua arte di interprete passa anche attraverso la capacità di trasmettere ogni sentimento dell’anima , questo Chénier gli deve essere costato molto , strano destino di un’opera in cui forse l’aria più nota , più universalmente conosciuta sia proprio“ la mamma morta”.