Una regia straordinaria

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Qualche volta può capitare che anche la visione di un DVD possa emozionare e regalare una straordinaria lettura di un grande capolavoro come è il  Tristan und Isolde.

Il filmato passa su Sky segnalato male , la banda ci dice che si tratta di una edizione di Bayreuth del 1995 con interpreti con non riconosco , invece poi leggendo alla fine i titoli in coda scopro che è un’edizione del 1983 con la regia di Jean Pierre Ponnelle : Tristan Renè Kollo , Matti Salminen Marke , direttore Barenboim ( quello era giusto anche nel sottopancia!), non faccio in tempo a memorizzare tutti i nomi , soprattutto Isolde , unico neo che indica il trascorrere degli anni e dei costumi , essendo la povera gravata da una improbabile parrucca dorata.

Se ne scrivo è perchè la visione dell’opera mi ha decisamente emozionato , ma ho dovuto vederla due volte ( grato sacrificio per chi ama così tanto Wagner) per riuscire a capire la meraviglia del finale.

 

La trovata registica di Pannelle consiste in realtà in una sola inquadratura , dopo un buio e il silenzio della musica .

Tristan si era praticamente accasciato tra le braccia di Kurnevald quando si ode la voce di Isolde che arriva , arrivano poi Il re Marke , Melot e Brangäne e c’è tutta la spiegazione del filtro , il perdono del re , il duello , la morte dei contendenti e infine la sublime pagina della morte di Isolde con Tristan vivo che le sta praticamente seduto alle ginocchia.

Tutto è intercalato da stupendi primi piani di Tristan ,magistralmente resi da Renè Kollo : i suoi grandi occhi chiari che guardano verso un lontano orizzonte perduto .

Sulle ultime note del quadro in cui si stagliano illuminati Isotta bianca di luce e Tristan ai suoi piedi si spengono le luci.

Pausa , buio totale e poi , solo per un attimo le luci si riaccendono sull’inquadratura di Tristan morto tra le braccia di Kurnevald , di nuovo buio.

 

Allora capisco tutto : quello che ho visto nell’ultimo quarto d’ora è il sogno di Tristan morente , forse a Ponnelle non piaceva quel finale didascalico pensato da Wagner che  si è permesso un lusso blasfemo e dalla resa bellissima.

Quando una regia colta e intelligente nel cambiare aggiunge emozione a emozione ! Bellissimo: lo si può recuperare su YouTube , ho controllato ed è facilmente rintracciabile , ne vale la pena.