Ovviamente si ricomincia a parlare di Otello , di che altro sennò?
La cronaca mi offrirebbe tanti spunti , non tutti allegri , ma certe volte rifugiarsi nel proprio hobby serve per alleggerire la vita.
Allora leggo pazientemente la lunga intervista , in inglese perché mi è meno faticoso, sul blog.staatsoper.dein forma di dialogo tra la regista e l’interprete principale.
Bla bla bla : Otello moro non vuol dire negro , difficoltà di uscire dal ruolo , differenze tra Verdi e Shakespeare , niente di nuovo e di originale.
Unica speranza per me è di leggere che la regista non ci metta troppe sedie , ancora ho in mente la versione bruttina . ed è dire poco , della Favorite tutta sedie…
Poi il colpo d’ala :un rigo appena .il giornalista nomina Jago e la lapidaria risposta di Kaufmann merita tutta l’intervista.
Riporto testualmente “ a terrifically stage role. As an actor Jago would interest me more than the title role” .
Ecco finalmente ciò che mi mancava : la conferma che Kaufmann non è solo un grande cantante , ma anche un uomo colto e un grande attore.
Sicuramente lui saprà della tentazione di Verdi di intitolare l’opera Jago , il fatto che grandi artisti in passato abbiano interpretato alternativamente i due ruoli ( in Italia Salvo Randone e Vittorio Gasmann) , l’interfaccia , direi la complementarietà dei due destini.
Serve un traditore per fare una vittima.
Non avevo bisogno di conferme , so bene perché io lo amo tanto e lo amo ancora , con la voce diversa , col fisico appesantito , con le borse sotto gli occhi.
Quello che mi affascina di questo cantante è la sua intelligenza musicale e non solo.
Fine della prima ,per i non addetti ai lavori pure noiosa, incursione sul nuovo allestimento dell’Otello a Monaco.