Un autentico colpo al cuore : il mondo del teatro ha perso uno dei suoi figli più grandi , a livello mondiale .
Ho avuto la straordinaria fortuna di assistere a quasi tutti i famosissimi spettacoli del genio Eimuntas Nekrosius che
sono stati rappresentati in Italia. Credo che il primo sia stato il suo sconvolgente Amleto.
Difficile raccontare quella che è stata la visione di quel giovane attore pallido ed emaciato che declamava i suoi famosissimi versi in lituano :in piedi e scalzo , su un grande masso di ghiaccio .
Ci entrava nelle ossa quel freddo , quel disagio esistenziale dello straordinario principe di Danimarca .
Nekrosius giocava con le materie naturali : l‘acqua , il fuoco , le pietre.
Nei suoi spettacoli i suoni erano molto importanti : suoni precisi e senza effetti speciali . La compagnia che aveva fondato a Vilnus si chiama Meno Fortas e la sua trilogia : Ambletha , Macbetha e Othela è ormai un classico assoluto di inimitabile tensione con quei suoi attori ascetici che venivano indicati in ordine alfaberico in locandina e ai quali veniva chiesto di non attardarsi troppo a prendere gli applausi.
Nel suo Faust , cinque ore in lituano ..ma chi se ne accorgeva? Il tempo era scandito da un’oscillante tronco di legno che veniva fatto muovere dai suoi meravigliosi attori i quali completavano anche la colonna sonora degli spettacoli.
Il fuoco :spesso utile ad illuminare con effetti spiazzanti il racconto , le pietre sbattute a ritmare i versi ,l‘acqua , altro elemento naturale , base e sonoro di molti suoi spettacoli.
Mi è molto difficile raccontare queste emozioni forti , questo teatro unico e ricco di incredibili stimoli sensoriali non è stato però un teatro difficile , anzi ha spesso rappresentato il recupero del nocciolo vero del testo .
Devo dire di avere molto attinto e copiato nel mio piccolissimo teatro classico fatto dai ragazzi del liceo .
Rubare idee a Nekrosius mi è servito non poche volte , anche se il suo linguaggio era ad un tempo semplice e preziosissimo.
Mi piace ricordare anche il suo Cantico dei Cantici , ma soprattutto la sua Anna Karenina che si andava a buttare sotto un treno i cui fari potenti ci venivano incontro nascosti sotto il grande cappotto di Vronski
E soprattutto il pattinare sul ghiaccio di Kitty ottenuto con i gesti eleganti e lenti scanditi dal frusciare del soffio del respiro degli attori .
Un teatro globale , eccitante , elementare e sofisticato . Veramente il teatro europeo e non solo è molto più povero senza questo grande maestro .