Gli impietosi critici tedeschi non perdonano il successo blockbuster di Kaufmann e stanno lì pronti come gufi per poterlo massacrare .
Questa volta ci sono riusciti bene , anche grazie alla colpevole collaborazione di Amelie Niermeyers che non capisce nulla di Verdi , Boito e forse neanche di Shakespeare.
A lei piace Ibsen , Strindberg e via nordicamente cantando.
Bastava vedere Jonas ascoltare a braccia conserte , chi conosce il linguaggio del corpo vede in quelle braccia conserte una chiusura totale a quello che gli viene proposto .
Ma lui è un serio cittadino tedesco , alla faccia del suo fisico latino ed è obbediente al comando.
Ma lo fa a modo suo , ci mette tutta la recitazione possibile , si può pemettere di tutto e il suo “commesso viaggiatore “ alla Miller funziona , eccome.
Poco importa che la sua vocalità non sia quella di Vickers , lo dice chiaramente : la mia è la Kaufmann – versione . Vi piaccia o no e ottiene un risultato recitativo da brivido , anche solo all’ascolto via radio.
Finley non ha la vocalità necessaria per fare Jago , la Harteros ha una voce troppo drammatica per essere una Desdemona credibile .
I versi del libretto parlano chiaro , è una giovinetta testarda veneziana , non una matura signora in cerca di sesso.
Mi è capitato di vedere ieri , non so quanto per caso , un Otello del 2013 da Valencia su Classica : dirige Metha , i colori sono caldi , non ci sono le stilettate di Petrenko ,sicuramente vincente in questa edizione monacense , ma perchè cava da Verdi tutto il Wagner possibile e non sono sicura che questo sarebbe poi tanto piaciuto al grande maestro di Busseto.
Gli interpreti della versione spagnola sono tutti e tre centrati vocalmente : Gregory Kunde canta splendidamente senza sforzo una parte che fu sua anche nell’Otello di Rossini grazie alla sua incredibile carriera , Maria Agresta sembra nata per fare sua ”la fedele sposa di Otello” e Alvarez è un grandioso Jago , una parte cucita sulla sua grande professionalità.
Ovviamente la messa in scena non è così intellettualmente raffinata come quella di Monaco, la vedremo meglio il 2 in streaming e poi in teatro che sappiamo essere l’unica vera visione per esprimere un giudizio.
Per ora sono solo riflessioni sulla stampa del giorno dopo, tanto per scrivere qualcosa in un domenica di pioggia.