Sono speculari le foto dell’uccisore e dell’ucciso .
Hanno più o meno la stessa età :i volti giovani di un ragazzo sorridente dell’Italla del Sud e la foto segnaletica di un cittadino francese di origini magrebine.
I loro destini si sono incrociati un attimo , durante i mercatini di Natale a Strasburgo , le loro vite spezzate a poca distanza l’uno dall’altro. Il carnefice e la vittima.
Si può nascere in un contesto familare tranquillo in questa Europa dalle molte migrazioni anche interne .Dalla lontana Calabria al tranquillo Veneto di provincia : una vita in cui i valori contano , si cresce e si studia , ci si prepara al domani con idee importanti nella testa . Si crede all’’Europa e si fanno gli studi per starci sempre più dentro , anche con il proprio lavoro.
Si nasce in questa culla dell’Europa sradicato dai tuoi valori lontani , la famiglia si sfascia , non è difficile immaginare la perdita di valori lontani e la non capacità di averne dei nuovi.
Fin da subito la ribellione al sistema , molte condanne , molte galere e probabilmente lo strisciante verme dell’Islamismo radicale che fa presa su questa mente fuorviata.
Il ragazzo felice del suo stage al Parlamento Europeo che esce dal locale insieme agli amici , sereno come si può e si deve essere sereni a neanche trent’anni ,con la compagna vicina e tutta la vita davanti.
Il povero reietto già braccato , folle di odio per tutto quello che vede intorno a sé, una rabbia assassina e irrazionale per la realtà che lo circonda .
L’arma letale in mano , l’urlo belluino di morte unico pensiero nella testa .
Pare addirittura che fosse convinto di averne abbattuti di più , di quei suoi nemici colpevoli di vivere da quella che lui considerava la parte malata del mondo mentre il vero malato era lui.
Non riesco a levarmi dalla testa che le foto di quei due ragazzi il cui destino si è drammaticamente incrociato una sera di festa a Strasburgo si assomiglino in un modo assurdo portando in sé una somiglianza tragica a conferma del ruolo che gioca il destino nella vita degli umani.