Trucchi di scena

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Ho fatto teatro con i ragazzi per più di trent’anni e una delle prime cose che si insegna  loro è  quella di non “impallare” gli altri che sono contemporaneamente in scena e ,se nel caso la cosa avvenisse , avere la sensibilità di uscire da soli dal cono di copertura.

Significa in ultima analisi avere il senso della scena , lo sguardo laterale come gli insetti , il senso del palcoscenico.

Sembra facile , ma c’è chi nasce con questo sesto senso e chi inesorabilmente impalla gli altri o resta regolarmente impallato .

Per questo mi ha fatto teneramente sorridere quella specie di “necrologio “ che dettò per sé con molta ironia Vittorio Gasman: “fui attore , non fui mai impallato” .

Non ho assolutamente idea sul come possa tradursi in altre lingue questo particolare verbo ad uso dei teatranti ma sono convinta che ne esista la traduzione in ogni lingua , sui vocabolari non la trovo , troppo specificatamente gergale , ma la pratica credo che esista in ogni tipo di teatro.

Vittorio Gassman ( con una enne sola !) , la seconda anagraficamente l’aveva lasciata e poi ora è ripresa dal figlio ugualmente attore che lo ha commemorato insieme a tanti altri grandi di ieri in spezzoni molto importanti del nostro teatro e del nostro glorioso cinema in un bel documentario televisivo , di quelli che passano su Sky Arte e sono fatti molto bene.

 

Mentre ascoltavo la voce fuori campo ricordare questa specie di dichiarazione orgogliosa del proprio essere stato un grande della scena mi sembrava di sentire la sua bella voce impostata , sentita tante volte a teatro nella mia fanciullezza: un ricordo vivo è ancora il suo Otello con Salvo  Randone , mostruosi ambedue nerll’alternanza dei ruoli Otello/Jago.

 

Quel genere di attori così è merce molto rara sui nostri palcoscenici odierni, l’arte di non farsi impallare ignota a molti , anche perché la pratica di recitare spesso anche per la televisione rende inutile questa scienza teatrale .

Sono le telecamere che si spostano per chi non sa spostarsi da solo.