Nei giorni della Memoria

 

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Sono i giorni dedicati alla Memoria e sui teleschermi passano e ripassano film che ne ricordano l’orrore.

Io nel tempo li ho visti praticamente tutti e certe sere non ho proprio voglia di rinnovare l’angoscia già  provata in passato.

Allora mi rifugio nella musica , oppure leggo in cerca del sonno .

Ma ieri sera mi ha attirato un titolo , un film di cui non sapevo niente  :Bye bye Germany , dalle poche note indicative ho capito che poteva esssere qualcosa meno angosciosa delle terribili immagini su cui tante volte ho sofferto .

Ho scoperto un film molto interessante e molto bel fatto e che mi ha fatto riflettere su qualcosa che mi restava dentro non chiarita su alcuni atteggiamenti relativi agli ebrei sopravvissuti alla Schoa e che sono rimasti in Germania.

Il titolo originale del film ( al solito la traduzione è decisamente banale ) è  “Es war enmail in Deutschland “ovvero “C’era una volta in Germania “e risponde meglio al tono ambiguamente leggero con cui è trattata la storia.

 

Un guppo di ebrei sopravvissuti ai Lager , ciascuno con il suo enorme peso e la colpa di essere ancora vivi ,nel lontano 1946 si unisce sotto la guida di uno strano uomo , sulla cui ambiguità si basa il racconto e si mettono insieme in un affare che consenta loro di trovare i soldi necessari per emigrare in America .

Non voglio raccontare la trama, il film è visibile e si può anche acquistare  ma quello che racconta e soprattutto quello che ci dice alla fine e cioè che solo 4000 sopravvissuti sono rimasti in Germania e non hanno saputo neanche spiegare ai propri figli il perché di questa scelta mi ha forse chiarito un mistero.

Con nomi dichiaratamente ebraici quei pochi hanno preferito sentire nella Germania la propria Heimat e sono rimasti , alcuni può darsi  anche per vendetta o per rivalsa nei confronti del popolo tedesco.

Il film è tratto da un libro , ovviamente molto più articolato , il regista di origine tedesca è quello che ha filmato anche un delizioso capolavoro di produzione inglese : “il talento di Irina Palm “, ho letto anche che la pellicola è molto piaciuta in Germania , siamo in quella zona di riflessione che i tedeschi hanno avuto il coraggio di affrontare e che invece è mancata totalmente al nostro popolo italiano abituato storicamente a perdonarsi senza analizzare le colpe.

 

La storia del raccontatore di barzellette ebraiche David Baumann è una piccola parentesi della tragica storia di un popolo ma vale la pena di soffermarsi a vederla.

A me , forse , ha chiarito qualcosa su cui mi interrogavo  da molto tempo.