Leggo della bella edizione di Kovançina alla Scala e so che per tanti motivi non troverò il tempo di andarla a sentire .
Per fortuna un amico gentile mi ha regalato il video di una bellissima edizione con un Giergiev giovanissimo e abbastanza integrale , cosa rara e preziosa .
Lo dico perché fin da quando ero giovinetta e cominciavo a conoscere anche le opere più rare che si davano al Maggio Musicale Fiorentino associo sempre le grandi opere russe al grande amore ed entusiasmo che provocavano nella mia mamma , la quale mi spiegava che queste opere erano spesso date in forme più o meno complete e che ne esistevano delle revisioni importanti addirittura fino a Shostakovic.
Ricordo in modo particolare , e le associo nella memoria , sia la Kovançina che il Boris Gudonov :mamma era entusiasta quando queste due opere erano in cartellone e mi raccontava le cupe storie di congiure , di delitti e di monaci ascetici , nonche dell’Innocente , la figura che non mancava mai in queste lunghissime opere in cui poi in reltà oltre ai prestigiosi bassi di quegli anni il protagonista vera era il popolo russo , anzi come mi spiegava la mamma , la grande anima russa.
Boris Kristov, bulgaro e Nicola Rossi Lemeni , italiano a metà erano i grandi amori della mamma , anche a casa risuonavano le arie suggestive ed esotiche di queste immense e lunghissme opere .
Personalmente non ero ancora nella fase delle opere corali , amavo di più le storie del melodramma italiano ,ma queste due opere , forse proprio perché legate ad un insegnamento che aveva del didattico le amo ancora di un amore direi filiale.
Allestimenti cupi , con pesanti costumi , storie che potevano essere date anche in ordine sparso , da qui i tagli spessi ingenerosi che subivano spesso sono comunque restate nel mio cuore .
Qualche anno fa , a Monaco di Baviera un Boris strepitoso in abiti moderni mi era volato in un attimo , poi un amico colto mi aveva fatto notare che mancava addirittura un intero atto , ma la congiura finale c’era tutta e soprattutto c’erano le grandi voci che ancora oggi servono per cantare queste opere bellissime e sono ovviamente di cantanti di origine slava.
Sempre a Monaco anche una Kovançina che passa con una certa frequenza su Classica , ovviamente non ci sono mai i pesanti costumi d’antan , le musiche però hanno la stessa grande suggestione e se non si rappresentano più le cupe corti degli Tzar ci sono lo stesso le grandi tragedie di un popolo che aveva trovato in Mussorsgki e nei suoi amici della preziosa cinquina ottocentesca i cantori per ricordarne la triste e secolare storia.