La visione della Nona di Beehtoven diretta da Kiril Petrenko davanti alla Porta di Brandemburgo la sera del 24 agosto credo sia stata ascoltata , oltre che dai trentamila accorsi sulla Via 17 Giugno dai tantissimi che ne hanno goduto lo spettacolo in diretta o streaming della RBB.
Ovviamente anche tanti commenti : dai coltissimi che si sono accorti di qualche imprecisione sugli attacchi ,a quelli che entusiasticamente hanno apprezzato tutto , a quelli che hanno analizzato la bellissima ripresa video fatta con la straordinaria maestria della tv tedesca.
Io sono tra questi e l’ho già scritto nei commenti sulla mia bacheca .
Ovviamente l’arrivo di Petrenko alla testa dei Berliner suscita curiosità , per chi non lo conosce ancora, magari si va a cercare il pelo nell’uovo ma la cosa che mi ha veramente stupito è la critica di chi dice che Petrenko sorride sempre.
Io che ho avuto la fortuna , questa sì davvero la considero una fortuna , di averlo potuto seguire per anni durante i quali l’ho ascoltato dirigere di tutto a Monaco di Baviera non avevo fatto caso a quel bellissimo atteggiamento quasi ieratico con il quale Petrenko si avvicina alla partitura.
Spesso di profilo , stando in platea lo si coglie bene , mi sono accorta sempre della sua straordinaria maestria nel dirigere i cantanti , nella precisione degli attacchi che sembrano magicamente uscire dal suo gesto minimale e sicuro ma non avevo considerato negativamente la sua espressione nel far scaturire musica dal suo gesto.
Petrenko non inventa nulla , lui legge le note e le ritrasmette con la fedeltà senza sottintesi dei grandissimi.
E quando sorride è perché è davvero contento di questa magia che nasce da lui e che ritorna a tutti noi come il compositore l’ha scritta.
Non è ieratico , non è in cerca di sottintesi , Petrenko sorride felice di condividere con l’orchestra e con il pubblico quello che magari sta semplicemente nelle note , non nel cervello di qualche critico un po’ troppo aristocraticamente sospettoso della popolarità mediatica di questo magico nano siberiano sceso a condividere con noi la sua gioia di fare musica.