Il mio nome è Robin

Come molti della mia generazione avevo cominciato a conoscere James Bond leggendo i libri di Jan Fleming . Ricordo che li compravo dal giornalaio a Numana via via che uscivano durante le estati al mare.

Poi vennero i film e quel bellissimo Bond , “il nome è Bond” interpretato da un bellone bruno che piacque molto alle donne in quegli anni sessanta della mia gioventù.

Non era il mio tipo , troppa brillantina e troppo sopracciglio alzato , anche se era un gran figo e lessi poi che  era anche stato finalista ad un concorso per Mister Universo.

Poi gli anni passarono e molto intelligentemente Sean Connery lasciò in altre vesti lo stereotipato agente per diventare quel grande attore che è stato nella sua lunghissima carriera.

Allora comnciai davvero ad amarlo : la sua ironia , il suo fascino mi si rivelarono nei tanti bellissimi film della sua maturità e ieri sera , con una strana botta d’intelligenza su RAI tre è passato il mio film preferito fra i tanti che meritano di essere ricordati della sua filmografia.

Robin e Marian , un curioso piccolo film di Richard Lester del 1976. Robin Hood e la bella Marian sono già invecchiati e lei è diventata la  Madre badessa di un convento.

Lui ancora spaccone e spavaldo , lei molto più distaccata e serena.

Si reincontrato come una vecchia coppia , con umorismo Lester racconta gli acciacchi dell’età , la pazienza e la saggezza di una deliziosa Haudrey Hepburn ( credo sia stato il suo ultimo film) , la romanticissima fine con una  freccia lanciata simbolicamente verso il cielo.

Un gioiello passato in sordina a suo tempo sugli schermi, ieri sera rivedendolo in questo mio esilio volontario ho in un certo modo onorato la memoria di un altro pezzo di Novecento che se ne va.