Quello che resterà indelebile del concerto di Jonas Kaufmann al Teatro Real di Madrid non è la meraviglia della scoperta di molti della sua grande arte di liederista (qualcuno ha scritto che la leggerezza della voce sembrava avere creato una nuova sala nella sala) , né la sua capacità di stupire sottraendo fino al silenzio la sua voce inimitabile , lo sono state le parole pesanti che l’uomo sensibile , l’artista vero ha avuto il coraggio di dire con semplicità al mondo che lo guardava durante la conferenza stampa.
Ha usato parole pesanti come il piombo e ha parlato di morti e suicidi nella “famiglia” ( sì, ha parlato proprio di famiglia) degli artisti in crisi in questo tragico momento per l’umanità tutta.
Ha avuto il coraggio di dire semplicemente che loro ,gli artisti, hanno bisogno di noi , del pubblico per vivere e il suo appello , certamente fatto non per sé ,ma per tutti coloro ( la sua famiglia musicale) che soffrono oggi di una paura tangibile per il futuro dall’arte e della musica.
Un appello fortissimo e pieno di dignità , fatto con pacatezza e senza retorica , con la semplicità che lo contraddistingue e grazie alla sua grande intelligenza.
Se pensiamo che questo appello ha preceduto il meraviglioso programma che ripercorre la scaletta di quel magico cd Selinge Stunde che ho quasi consumato a forza di ascoltarlo capisco bene che abbia incantato i madrileni e per fortuna , forse proprio perché a Milano non aveva avuto l’accortezza di chiederlo , ha ottenuto il silenzio fra un brano e l’altro.
Ricordo lo sguardo tollerante tra lui e Deutch quando i buoni milanesi interrompevano l’incanto , pazienza , pensavo , è l’entusiasmo che va perdonato .
Non penso che l’appello fosse per sé stesso , ovviamente noi tutti che lo amiamo non vediamo l’ora di rincorrerlo in ogni dove ci sarà concesso quando canterà di nuovo da qualche parte raggiungibile, sperando anche nel vaccino che dovrebbe arrivare per quel suo pubblico che, sorridendo con garbo, ha detto non essere fatto soprattutto di giovanissimi.
Ancora una volta Kaufmann è stato l’ambasciatore più qualificato per tutto il mondo che segue la lirica : penso che lo debbano ringraziare tutti coloro che di musica lavorano e che adesso soffrono il silenzio dei teatri , lo streaming non ci basta e non basta ai tanti lavoratori in crisi senza prospettive.