In anni lontani , in possesso di una prestigiosa tessera nazionale AGIS in una delle mie tante vite andavo al Festival del Cinema di Venezia per intere settimane.
Fu così che verso la metà degli anni ’90 per caso una mattina andai a vedere un film di quelli meno pubblicizzati e mi trovai tra tanta gente che si aggirava ammirata intorno ad un signore di mezza età biancovestito di cui non sapevo nulla : era A’lvaro Mutis . scrittore cileno e il film “Ilona llega con la lluvia “
( Ilona arriva con la pioggia ) era tratto da uno dei suoi romanzi.
Fu così che conobbi le storie di Maqroll il Gabbiere e di Abdur Bashur e mi persi nelle loro avventure di mare e di sogni .
Comprai tutti i libri che riuscii a trovare ( ricordo lo sguardo di un commesso in una grande libreria romana : anche lei lo conosce signora ? e nei suoi occhi brillava la complicità.
Leggere Mutis per una come me che ama l’odore dei porti , quel misto di catrame e ferro mischiato con il cordame bagnato, è stato un innamoramento a prima vista .
In questi giorni ho ripreso in mano il primo di quei libri che avevo letto ormai più di venti anni fa , un Adelphi molto stropicciato , evidentemente letto da molti nelle estati in barca : L’ultimo scalo del Tramp Steamer e da li ho ripercorso il cammino di una lettura che mi aveva davvero affascinato.
Ho scoperto poi che quel signore biancovestito se ne è andato già da molti anni ,ma lo scrittore che Garcia Marquez non esitava a indicare come uno dei più grandi della nostra epoca meriterebbe una maggiore conoscenza tra coloro che amano ancora leggere , anche nel nostro paese.
La smusurata preghiera di Fabrizio De Andè è ispirata a questo grande poeta e scrittore e la sue opera sono tradotte in moltissime lingue.
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Non c’è un’ordine cronologico nelle storie di Maqroll , ci si perde nei suoi molti itinerari trai fiumi limacciosi del Sudamerica e tra le nebbie dei porti del Nord Europa .
Avventurieri , farabutti fantasiosi con una strana morale disincantata si muovono tra bordelli di Panama e sordidi alberghi di Amburgo.
Si viaggia moltissimo , con ironia e senso del tragico nel racconto di vite sempre sul filo di una legalità improbabile : a Marsiglia come a Beiruth , a Trieste come a Maracaibo.
Auguro a chi voglia intreprendere questo viaggio fantastico nel mondo molto “conradiano” di Mutis la stessa gioia che ha procurato a me , non solo leggendolo la prima volta , ma anche adesso che ho ripreso in mano i suoi molti libri , purtroppo non tutti trovabili.