Monte Rinaldo , un ricordo

Mentre guardo la Mostra Tota Italia alle Scuderie del Quirinale ad un certo punto mi sono messa davanti ad un pannello con la lunga descrizione del sito archeologico : Monte Rinaldo ( vicino a Fermo) e lentamente sono cominciate ad emergere dalla memoria le immagini di uno spettacolo che ho montato in quello spazio così suggestivo .
Comincio a ricordare e ne parlo con la gentile hostess delle sala : io qui ci ho fatto uno spettacolo.

Lei incuriosita , io che cercavo di levare la polvere della memoria sulle immagini che mi ritornavano lentamente insieme al titolo : Il canto di Penelope.

Le ragazze biancovestite tra le colonne , il campo di grano , la casa colonica dove abbiamo dormito per preparare lo spettacolo.

Ancora non avevo il titolo in testa : erano le ancelle di Penelope sacrificate da Ulisse al ritorno , un testo molto femminista ,inglese .

Ricordo che per chiudere il loro tragico destino avevo pensato ad una grande rete nera da pesca che calava dall’alto .

Pochi mezzi e molte idee, ma ancora non mi veniva in mente altro.

Poi mi ha aiutato l’archivio fotografico del mio telefono : era il 2007 ,luglio e avevamo fatto ben tre repliche .

Con emozione sono ritornata indietro dalla ragazza della sala e mi si è fatto quasi un capannello intorno, curiose signore ne volevano sapere di più, credo che qualche turista in più arriverà al tempio italico di Monte Rinaldo questa estate.

A casa ho ritrovato la cartella con la documentazione del testo da cui una brava attrice : Veronica Barelli aveva tratto la pièce .

Il libro si intitola Il canto di Penelope di Margaret Atwood e lo spettacolo era invece leggermente diverso : La trama di Penelope.

Le ragazze del coro , le mie ragazze del Centro Teatrale Rinaldini , con indosso le vesti bianche che ci erano servite per Baccanti ( riuso teatrale consueto ) ormai sono donne grandi , chissà se qualcuna leggendo il mio blog si ricorderà di quella bellissima calda estate , del campo di grano , di un sindaco giovane e molto contento delle sue iniziative culturali , chissà se qualcuno si ricorda ancora della Trama di Penelope a Monte Rinaldo ?

Primo assaggio di libertà

Come essere uscita da una grotta buia e ritrovarmi accecata dalla luce del sole : ventiquattro ore a Roma .

Un concerto , una cena , una mostra ; dopo otto mesi il primo timido viaggio vero , otto mesi di routine casalinga con tanta tv , molte ri-letture e orizzonti di mare a tutte le ore del giorno , di fiori con nascevano in giardino ,  di ricordarsi la mascherina per uscire .

Con i carissimi amici di sempre , preziosi anche di più ora che questa chiusura lunghissima mi mette davanti in maniera quasi crudele quanto pesano gli anni che mi restano.

Un concerto “ vero” a Santa Cecila : l’emozione incredibile di essere dentro la musica , pochi spettatori sparpagliati qua e la nel grandissimo auditorium , ho persino pensato che visto l’organico imponente per la Seconda di Rachmaninov forse erano più loro di noi.

Un primo brano di Haydn con il grande violoncellista Luigi Piovano ( il suono prezioso di uno strumento raro e antico (!) e poi un direttore giovane con un bellissimo gesto sicuro Kazuki Yamada , ne risentiremo parlare.

Una cena allegra con l’amica carissima romana che ci ha generosamente aspettato nel dopo-concerto : la trattoria romana , quante volte ci sono stata con lei ! Fuori pioveva , ma solo il richiamo al coprifuoco mi ha riportato alla realtà , felicità può essere davvero anche una cena tra amici.

Poi la mattina , con quell’aria azzurra che il cielo di Roma ama puttanescamente regalare , siamo saliti al Colle .

C’era pure il cambio della guardia e dato che era presto siamo scesi fino a Fontana di Trevi , pochi turisti e tanta gioia .

La mostra Tota Italia alle Scuderie del Quirinale , una mostra di quelle che mi piacciono perché fanno pensare , una mostra “ da leggere” sulle origini del nostro paese , quando si parlavano lingue diverse lungo lo stivale e la parola Italia ancora non c’era.

Opere splendide dai vari musei archeologici , una lettura storica rigorosa e tantissimo materiale dal Museo Archeologico Nazionale delle Marche.

Un bel modo per ricominciare a rientrare nella cultura , credo veramente che non avrei potuto desiderare di più.

Rientro veloce verso l’Adriatico , motivi più seri portavano il nostro prezioso driver verso casa .

Io stanchissima e provata dalle emozioni . La casa pulita , il prato falciato , oggi però stanchissima , praticamente ho dormito sempre .