Lunedì 5 luglio . Aeroporto di Monaco di Baviera .
Sono arrivata prestissimo , il volo parte nel pomeriggio ,ma tra certificazioni e documenti con i quali , pare , potrei avere dei problemi e visto che sono ancora sotto choc per il meraviglioso spettacolo al quale ho assistito la sera prima non ho voglia di andare curiosando in giro ed eccomi seduta al Gate indicato sulla carta d’imbarco.
Il cielo fuori dalla vetrata è livido , i nuvoloni si rincorrono , ma io sono ancora con gli occhi pieni del ricordo di un meraviglioso spettacolo : questo Tristan und Isolde epocale che sono felice di avere ascoltato .
Le ore passano e io le impiego scrivendo le tante impressioni che mi porto dentro , mi serviranno per riempire il blog per tanti giorni futuri.
Poi pochi minuti prima dell’annuncio del volo mi arriva la telefonata di un figlio : mamma ti devo dare una triste notizia , è morto Aldo .
Aldo che stava tanto male da quasi due anni , Aldo che al più tardi lunedì scorso mi aveva telefonato dall’ospedale con il suo bell’anconetano popolare e la sua incrollabile fede nella vita , Aldo che aveva navigato con la nostra barca per tanti anni , che aveva portato in gommone tutti i miei nipoti,
Aldo che era venuto di corsa a mettermi un corrimano di legno quando ero ritornata a casa dopo l’intervento all’anca , Aldo sempre presente in casa o in studio quando avevamo avuto bisogno delle sue forti braccia e della sua capacità di organizzare ogni riordino e ogni emergenza.
Sono con gli occhi pieni di lacrime fissi sul tablet e così leggo l’annuncio della morte di Raffaella Carrà, strana concomitanza di morte , questa volta di un volto popolare della tv con la morte di una persona cara.
Sono seduta immobile e pensierosa e tutto a un tratto mi accorgo che il volo non è stato chiamato : passa una hostess e le chiedo il perché.
Lei efficentissima guarda i tabulati e mi dice serena che il mio volo partiva da un altro Gate , un po’ più lontano.
Corro, per quello che riesco , con il mio trolley e arrivo trafelata : Il volo è chiuso , mi dice il sorridente steward verso il quale partono le mie contumelie nelle tre lingue che conosco , più qualche colorita esclamazione in dialetto , che non guasta mai per rendere meglio il livello di agitazione ( e qui uso un elegante eufemismo).
In realtà nessuno mi aveva avvertito del cambio , forse ero arrivata troppo presto , forse negli ultimi momenti ero stata troppo presa dai miei cupi pensieri , il fatto vero ( e poi mi hanno pure chiesto scusa ) che si erano scordati di me.
Ma i potenti mezzi della Lufthansa hanno rimediato : con un bus da 50 passeggeri in cui ero l’unico a bordo sono arrivata sotto la scaletta con l’aereo già pronto a rullare!
Non ho salutato la Baviera , non ho visto le Alpi , sotto di me c’era già l’Adriatico sul quale abbiamo tanto navigato con il nostro amato Aldo .
Sul mio telefono c’è il suo nome per l’ultima chiamata che mi ha fatto .
Credo che mi ci vorrà molto tempo per cancellarla.