Sono andata a riguardare cosa facessimo tra il 4 e l’8 di giugno del 2020.
Eravamo in lookdown, verso la fine di quello durissimo qui in Italia ,ma anche in Germania più o meno era la stessa cosa e prima di quella falsa ripartenza che poi ci avrebbe fatto precipitare in autunno nella seconda durissima ondata .
Ebbene in quei quattro giorni Deutch e Kaufmann registravano l’omaggio lisztiano , quindi dopo la meravigliosa e sconvolgente Diecteliebe con il teatro vuoto e lo sguardo di Jonas perso verso il nulla .
In quei giorni avevano prodotto il magico Selige Stunde che ho avuto la fortuna di sentire dal vivo verso la fine di ottobre quindi questo secondo capitolo della lunga stagione silenziosa viene dopo il primo felicissimo album.
C’era quindi tempo per pensare ai sogni nel cassetto del pianista innamorato di Listz , ed ecco che ,come ci era stato in qualche modo anticipato ,esce ora questo prezioso Freudvoll und Leidvoll.
L’ascolto richiede attenzione , ovviamente in maniera diversa se le pagine sono più o meno conosciute .
Il mio primo ascolto dei Sonetti del Petrarca risale addirittura al 2014 : ero alla Carnegie Hall e fu doppia emozione quel canto in italiano ; credo di essere sempre rimasta legata a quella prima volta riascoltandoli molte altre volte.
Ovviamente facili Es wunderbare sein e Der drei Zugeuner , questo ascoltato dal vivo a Milano insieme alle Ihr gloken von Marling nonché la preziosa versione del “liebesong” O lieb, solang du lieben kannst .
Mi sono innamorata di alcuni lieder ascoltati qui per la prima volta : la splendida Lorelei , Ein fichtenenbaum steht einsam e soprattutto Ich Möchte hingenh ma ad ogni ascolto cresce la voglia di poterli sentire dal vivo perchè sono preziose pagine molto raccontate e anche se scritte molto prima rimandano allo stile di Hugo Wolf di cui in qualche modo sembrano esserne una gestazione precoce.
Certo la vicinanza con Wagner si sente anche se non vado cercando il Tristan accord o le note accennate di un sonetto di Matilde Wesendork , non sono all’altezza musicalmente di fare questi raffronti.
Non mi pare invece di riscontrare nessun collegamento mahleriano , anche se di questo ho letto nelle raffinate recensioni.
Come non sono in grado di valutare le doppie versioni , mi piacciono tutte , impreziosite come sono dalla bravura dei due interpreti.
Se potessi chiedere un regalo vorrei vedere la leggenda del Re di Thule con la mimica che accompagna la bellissima musica del Lied.