Punti di svista

Non è la prima volta che mi succede : sul web c’è una pagina di informazione locale della mia città. Quando ci sono degli avvenimenti che per solito riguardano il traffico l’articolo è corredato di foto che mostrano strade e piazze che non rieco mai a riconoscere .

Ieri c’era la foto curiosa , fortunatamente non drammatica , di una macchina che si era ribaltata restando in piedi di lato contro il muro di una casa .

Non riesco a capire di quale strada si tratti e vado a leggere l’articoletto .

Ebbene , scopro sorridendo che la foto inquadra una casa nella quale avevo addirittura abitato , in una strada del quartiere in cui vivo.

Evidentemente l’inquadratura falsa la prospettiva abituale e rende irriconoscibile anche la visione quotidiana.

Penso che questo avvenga anche quando si cerca di leggere un qualsiasi evento da una prospettiva inusuale e concludo dicendomi che la vera obbiettività è una chimera irraggiungibile.

Vale per la foto di Via Filzi che non riconosco , vale per ogni azione o pensiero che non sia leggibile attraverso canoni abituali cui ci abitua anche la banalità del pensiero corrente. 

Forse spostare l’asse della mente , come quella dell’occhio ,potrebbe rendere più facile la comprensione dell’altro da sé che ci circonda .

Esercizio difficilissimo che richiede una capacità molto sviluppata del pensiero che non sono affatto sicura di possedere appieno.