Una divagazione politica

In un tempo lontano ci si poteva illudere di entrare in un partito politico per collaborare al miglioramento delle condizioni dei propri simili . Generalmente la utopistica idea veniva rigettata appena ci si accorgeva che i partiti politici ( tutti) sono organismi molto autoreferenziali che tendono a escludere coloro che ci entrano con ingenue speranze di partecipazione.

Questo credo sia sempre avvenuto , anche in tempi lontani , quando la democrazia era un lusso riservato a pochi e oltre tutto praticata in pochissimi paesi.

 Fu così che molto spesso le persone giovani passavano come meteore e se ne allontanavano disilluse perché la pazienza non è arte giovanile.

Con il nuovo corso della storia che introduce la forza del web la realtà è decisamente cambiata in peggio perché nel dare più spazio all’immagine e alla falsa e illusoria  partecipazione globale alla cosa pubblica si sono visti , non solo nella vecchia Europa , strani personaggi emergere clamorosamente e poi anche clamorosamente rientrare nell’ombra .

Potrebbe sembrare una cosa positiva , in fondo una certa competenza per occuparsi della cosa pubblica dovrebbe servire e questa eliminazione dei non preparati rassicurare le genti comuni.

In realtà non è proprio così: la chiusura a riccio di chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori dimostra solo che serve qualcosa di diverso dal credere nelle “ magnifiche sorti e progressive” e invece serve il farsi parte di una compagnia ad escludendum.

Mi piaceva pensare che la poltica fosse l’arte del possibile e che ogni capacità di mediazione meritasse il suo spazio dignitoso.

Purtroppo devo riconoscere che ormai tutto questo rientra nelle speranze vane di chi “ ci aveva provato “ .

Vince ovunque il populismo e la demagogia , possiamo solo cambiare canale per non affondare nel bla bla bla  e rifugiarsi nel bellissimo e vasto mondo dove la parola è al servizio del canto e dove il rumore si trasforma in musica.