Bellissime parole di Liliana Segre :
non portate i ragazzi in gita scolastica ad Auschwitz , fate che sia un pellegrinaggio consapevole : ci vadano con abiti leggeri , affamati , dopo avere ascoltato i loro docenti che devono saperli preparare a vedere quello che vanno a visitare .
Quando ci sono andata , ero con un pulmann di amici del FAI, ricordo che uno di noi si era rifiutato di venire : aveva preferito le miniere di sale. Dichiaratamente fascista con la sua non partecipazione voleva negare la terribile realtà che ci sarebbe stata sbattuta in faccia.
Ricordo che misi con pudore la macchina fotografica nello zaino , mi colpì invece l’unico fiore davanti alla cella dove era stato rinchiuso un prete eroico che si era offerto in cambio di una famiglia ebrea. I polacchi fanno ancora distinzioni e mi colpirono anche le belle casette ordinate con i fiori alle finestre appena fuori dal campo.
Eppure so che se si scavasse la terra ancora ci sarebbe tanta cenere umana in quelle zolle.
Non è tutto facile per una mente umana accettare l’orrore , anche se si crede di conoscerlo attraverso le tante immagini che ancora ci vengono offerte e forse per questo ormai consumate dall’abitudine.
La giornata della memoria deve essere ancora celebrata , ora soprattutto quando cominciano a perdersi le memorie di chi questa realtà l’ha vissuta o che ne ha vissuto la memoria quando era ancora fresco l’orrore della scoperta .
Fa più piangere il cappotto rosso della bambina di Schindler list che la montagna di valigie e di occhiali dietro le teche del Lager, mandiamoci i ragazzi con abiti leggeri quando c’è fuori la neve : resta l’unico modo per ricordare veramente la Shoah.