Un concerto straordinario per i cento anni dei benemeriti Amici della Musica di Ancona ( con generoso supporto dell’Università Politecnica delle Marche ) con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana in gran spolvero.
Un grande violinista Vadim Repin , elegante e con una luminosa chioma bianca ( mi ricorda l’amato Dima , anche lui siberiano ) quando attacca a suonare sul suo Stradivari Rode del 1733 si capisce di entrare in una dimensione di grazia .
Prezioso il suo Mozart , concerto K.216 , ma è nella seconda parte , che il profumo della musica russa entra nel pensiero e nel cuore di me che ascolto e rifletto su tante cose tristi che non possiamo ignorare in questo momento.
Comincia l’orchestra con un Notturno di Borodin ,( siamo dalle parti delle danze Polovesiane ), poi arriva il suo splendido Tchajkovskij, due pezzi del programma ufficiale e un bis che mi metto mentalmente a cantare con lui : è l’aria di Gremin dall’Eugene Onegin , lui l’aveva annunciata con un sorrisetto , ma forse il pubblico non l’aveva capito! : eravamo entrati nel cuore della grande musica russa e tutto sommato facevo fatica a non pensare quanto sia difficile in questo momento non pensare alla loro intima e vera appartenenza alla grande cultura occidentale.
E’ uno sforzo vano tentare di riportare questo grande popolo indietro anche se il grande ventre molle dell’immensa terra russa è ancora tristemente ancorato all’idea della potenza zarista che non appartiene più a questo secolo.
Una piccola dichiarazione d’intenti , messa sul programma per prudente ipotesi di una qualche contestazione recita così:
Associzione , Università e l’artista medesimo dedicano il concerto aalla pace e ai valori democratici di fratellanza , umanità e solidarietà tra i popoli.
A meno che di inviarla al rinnovato aspiarante Zar Putin l’ho trovata pleonastica e quasi patetica.
Ancora lo devo trovare uno che grida Viva la guerra!