Ho visto i primi episodi di Servant of the people , velocemente doppiati in Italia e seguiti anche da un interessante documentario sulla vita vera di Volodymir Zelenskyi .
Poi nel tv della notte ho visto il presidente Zelenskyi col corpetto antiproiettile , la barbetta incolta e l’occhio smarrito tra le macerie di Bucha e non riuscivo a capire chi stavo guardando.
L’effetto straniante dell’uomo vero che interpreta il falso o il falso diventato così vero da non avere possibilità di uscita dalla trappola- fiction che l’ha inventato ?
Che cosa potrà fare davvero adesso Zelenskyi?
Se scrivessi il i testi delle prossime puntate direi che la morte eroica sia l’unica strada per uscirne “vivo”, nella proiezione storica ,
dato che sarà molto improbabile che nonostante gli orrori e le crudeltà che ci vengono sbattute in faccia ogni giorno resta
, dopo la visione della fiction , una strana sensazione di falso nel vero e di vero nel falso che fa male al cuore.
Probabilmente la guerra durerà ancora a lungo , l’Ucraina ne uscirà vincitrice moralmente ,ma con le ossa rotte a contare i cadaveri e con il pesante ridimensionamento territoriale imposto dal Cremlino.
Il presidente-attore ne uscirà consumato dal ruolo o entrerà nella Storia con la maiuscola e le statue sulle piazze?
Se potessi partecipare alla sceneggiatura futura mi piacerebbe raccontare di un bel colpo di stato alla Ceausescu, con il tiranno russo messo al muro , in fondo niente è impossibile anche nella realtà più assurda.
Certo che sapere la verità su un attore così abile nel trasformarsi e fare battute su se stesso tipo : vedete come riesco a parlare bene ucraino ? ( lui che è nato in una famiglia russofona ) ci porta inevitabilmente a parlare di Pirandello .
Così è se vi pare mi pare il titolo più giusto per questa riflessione.
Stanotte non ci ho dormito.