Un lungo post di un uomo colto in cui riflette sull’ostracismo di cui sono vittime gli intellettuali russi nei nostri contesti culturali occidentali mi stimola a proseguire la riflessione.
In Europa ci siamo formati culturalmente anche attraverso la grande letteratura russa , nei nostri teatri e nelle nostre sale da concerto da sempre ascoltiamo musica russa , abbiamo ascoltato grandi interpreti ambasciatori in tutto un mondo della loro grande .
cultura .
Oggi addirittura scopriamo , qualche volta anche con stupore che la sottile differenza tra russi e ucraini non era nelle nostre teste e nelle nostre conoscenza.
Il grande rimestio della Storia ha mischiato in un solo denominatore tante anime slave e le abbiamo amate incondizionatamente senza porci problemi di frontiere politiche che pensavamo non avrebbero mai segnato la nostra conoscenza
Eppure oggi il problema si pone perché il grande paese in gran parte europeo oggi vive sotto una pesante dittatura e , attenzione , non si tratta di neo-comunismo, ma di post-zarismo e non è esattamente la stessa cosa , anche se alcune belle menti dalle nostre parti in vena di nostalgia tendono a non soffremarsi sulla basilare differenza.
Allora se questo distinguo lo teniamo bene in mente diventa facile trarne delle conclusioni : tutti coloro che appoggiano o che semplicemente tacciono anche se impauriti sono complici e colpevoli agli occhi dell’Occidente.
Sappiamo quanto possa essere importante la forza del pensiero anche se tristemente dobbiamo dire che non è facile stare all’opposizione in un paese schiacciato da un regime in cui solo dei cartelli bianchi esibiti sulla piazza posono portare all’arresto di chi li ostenta.
Ma se tutto un grande popolo tace è dovere di chi di questo popolo dovrebbe essere la massima espressione culturale fare sentire la propria voce di dissenzo.
Il passo è breve , nel silenzio si diventa complici di Putin e allora è bene cancellarli dai nostri cartelloni e dalle nostre manifestazioni culturali.
Il dibattito è aperto.