L’ultima giornata dell’Orestea contiene il più alto messaggio di civiltà su cui si basa la democrazia.
Non mi sarei messa davanti alla Tv se non fosse stata coinvolta nel progetto la mia amatissima Maria Agresta ed è stata una sorpresa scoprire la bellezza di una sede prestigiosa tra il Quirinale e il Palazzo della Consulta con le Scuderie a fare da quinta.
Un’idea suggestiva, Nicola Piovani ispirato dal grande messaggio di Atena nel finale delle Eumenidi di Eschilo, ha composto una Cantata dal titolo evocativo.
Un po’ melodico , un po’ Orff, il tutto legato dalla splendida performance di Andrea Pennacchi ( ma dove lo avevamo nascosto un attore così bravo da me scoperto a Propaganda Live?)
Il messaggio raccolto con grande raffinatezza da Giuliano Amato , attuale presidente della Corte Costituzionale ( non a caso definito dottor Sottile) ha fatto anche un breve accenno alla grave crisi provocata dall’aggressione russa e la conseguente guerra in Ukraina che però non ha trovato riscontro nel finale un po’ populista che ribadisce il non tanto conseguente richiamo all’articolo11 della Costituzione.
C’entra poco con il forte discorso di Atena , la più bella pagina , che grande padronanza professionale il soprano Maria Agresta ha declamato facendola brillare e cantando con padronanza il non facile testo.
Garbata anche l’altra cantante Maria Rita Combattelli nel più breve ruolo della Civetta.
Ottima prova dell’Orchestra e del Coro del teatro dell’Opera di Roma sotto la bacchetta del compositore.
Un po’ inutile la concione finale di Piovani ( mi è venuto in mente , traduco dal lombardo “ pasticcere fa il tuo mestiere ).
Comunque l’elegante collegamento tra le parole di Eschilo e il ruolo della Consulta mi hanno riportato ad un ricordo personale.
A Siracusa , qualche anno fa, quando Atena stava per prendere la parola nell’arena siracusana si è acceso un faro tra il pubblico e le parole definitive sono venute da una voce di donna siciliana nella quale ho riconosciuto Rita Borsellino.
Un grande momento di teatro e un pensiero di fondo : qui nous sauvera des greques et des romains?