Casamicciola

Ragazzi non fate casamicciola! Era un’esclamazione e un monito che in tempi lontani si gridava ai ragazzini che facevano baccano in casa e in cortile e che non obbedivano agli ordini.

Quando adulta visitai per la prima volta  Ischia mi incantò la bellezza dell’isola, il profumo dei suoi magici giardini,’ di cui uno famosissimo , quello del compositore inglese Warton : la Mortella a Forio d’Ischia  , un miracolo di profumi e colori .

Ma quello che mi stupì fu che a Ischia ci fosse davvero “Casamicciola” cioè un comune dell’isola che aveva avuto tante traversie naturali da essere diventato un sinonimo di disastro. 

Si capivano tante cose guardando la meravigliosa isola , quel monte Epomeo , bellissimo nome greco che guarda dall’alto minaccioso le sue contrade verso il mare , i suoi scoscesi terrazzamenti termali , la benedizione del creato e le trappole insite nella sua bellezza.

Aggiungiamoci anche l’avidità e la leggerezza dell’uomo , lo spericolato abusivismo selvaggio che la pervade tutta e l’isola verde diventa una specie di trappola per i topi quando arrivano le forze della natura a ricordarlo.

A Ischia terremoti e frane sono di casa , poi torna il sole , i profumi annebbiano la memoria e gli ischitani tornano a vivere piangendo , ma per un poco soltanto , le vittime della loro disinvolta gestione del territorio.

Risale al 1922 la prima legge di tutela della bellezza del paesaggio perché le catastrofi e le fragilità dei nostri luoghi erano ben noti al firmatario e porta la firma di Benedetto Croce , lui che quei luoghi li conosceva bene: nel 1883 proprio a Casamicciola in una notte di luglio , lui diciassettennne aveva perso tutta la sua famiglia.

Oggi metà delle case costruite di recente  sono abusive e ancora non sappiamo quante vittime ci sono ancora sepolte dal fango.

Invece di gridare allo scandalo forse una volta per tutte un paese civile , europeo dovrebbe smettere di dare i numeri della lotteria delle vittime e cercare di cominciare a sanare i tanti , troppi errori commessi nel chiudere tutt’e due gli occhi davanti ai disastri naturali che si ripetono con sempre più frequenza in questa terra magica e gentile e comunque da sempre benedetta dagli dei.