Il ricordo di un libro letto tanto tempo fa ,l’ennesima visione del Werther e la voglia di rileggere una storia che riaffiora dal troppo pieno di chi ha letto tanto ma che crede di essersi dimenticato le emozioni lontane.
Ho trovato il tempo , tra Natale e Capodanno i giorni sono più quieti, e sono andata a riprendere il libro nello scaffale.
La storia di Carlotta che arriva a Weimar ormai sessantenne per levarsi uno sfizio femminile è quanto di più sottilmente cinico poté venire in mente a quel grandissimo scrittore che fu Thomas Mann.
Carlotta a Weimar , rileggerlo è stato all’inizio anche lo stupore nel constatare quanto più elaborato ed elegante fosse lo scrivere nel secolo scorso .
La forma elegante e preziosa , la cura delle descrizioni , i personaggi tratteggiati con cura fino dall’inizio mi hanno colpito nella forma oltre che nella sostanza.
Il mito suo malgrado che si rivela ai lettori di un tempo stupiti di trovarsi di fronte la vera Charlotte di Wetzlar, quella giovinetta di cui si invaghì il giovane Goethe che rimase immortalata nelle pagine di quel libro tanto famoso e che fu ,si direbbe oggi ,il best seller di un’epoca .
Werther , tormentato dall’amore impossibile per Charlotte si sparò, non altrettanto fece il giovane Goethe che scrisse la storia dell’infelice e romantico giovane consegnando alla letteratura mondiale un capolavoro ma si guardò bene dal compiere il tragico gesto .
Lascio al lettore di oggi e al ri-lettore che come me hanno ripreso in mano il lungo racconto manniano la gioia di rileggere il sottile e ironico gioco delle parti dei protagonisti invecchiati.
La civetteria tutta femminile dell’anziana signora , il vestito galeotto di un lontano incontro , la curiosità sottile nella speranza di rinnovare un’antica emozione , tutto raccontato con una lievità oggi impossibile da ricreare nella scrittura del nostro tempo.
C’è un orribile modo di dire oggigiorno molto usato dalle nuove generazioni : non si deve spoilerare , traduco per i vecchi : non raccontare come va a finire la storia .
Invito i miei lettori a divertirsi da soli , io mi sono ricordata la fine già dopo avere letto le prime dieci pagine!
Si crede di dimenticare ,invece tutte le emozioni sono semplicemente chiuse nei tanti cassetti della memoria .