Quello che conta è che ho fatto un bellissimo piccolo viaggio.
Sono tornata ( mancavo dal 2019 ) a Vienna , ho viaggiato con amici , ho rincontrato amici, ho visto mostre e musei .
Ho ascoltato musica meravigliosa.
Ero partita con tante paure : il freddo soprattutto ( mi ero dotata anche di ben due colbacchi residui della mia vita in montagna) ,ho dovuto recuperare la facilità che avevo un tempo nella preparazione del bagaglio e soprattutto ho sconfitto l’idea di non esser più all’altezza di cavarmela come una volta.
E invece provo solo la nostalgia perché è durato troppo poco.
Mi sembra un sogno ripensare che ieri sera camminavo sul bel tappeto rosso della sala dell’opera di Vienna , che mi sono persa nelle belle sale del grande museo di arte antica , che mi sono aggirata in quei caffè tipici viennesi , caldi e affollati , dai mitici nomi di Cafè Mozart e Cafè dell’Opera .
Adesso ripercorrerò pezzo a pezzo questo mini-viaggio , intanto per prima cosa mi riprometto di non chiudere il trolley nell’armadio : come diceva quel titolo : La vita è altrove .
Capitolo primo : la musica
Dovrei cominciare col piagnisteo della defezione di Kaufmann , ma non me la sento proprio .In definitiva un po’ me l’aspettavo .
Troppo persistenti le velate critiche alla non perfetta forma del grande tenore , troppe le esperienze ( anche viennesi ) di illustri “sòle” per non prendermela abbastanza allegramente.
L’Aida vecchiotta e quasi inguardabile , specialmente nei primi due atti si è comunque riscattata al mio orecchio quando la grande musica verdiana del terzo e quarto atto ha preso il sopravvento sulla forma spettacolo.
Eppoi le due divine c’erano ancora e c’era un Luca Salsi in formissima .
La grande attesa da parte mia era di vedere la Garança nel debutto in Amneris e devo dire che l’attesa non è stata delusa .
Mai visto interpretare (ah! la famosa parola scenica) ha preso il sopravvento : bellissima , sempre in parte , mai un attimo di uscita dal ruolo .
Una donna innamorata , delusa , combattiva e infine dolorosamente vinta ha meritato la oceanica ovazione alla fine della sua drammaticissima controscena sul “Radames discolpati!”.
Perfetta e preziosa la voce della Netrebko , un’Aida addirittura quasi bionda, attaccata a il proscenio ,quasi una reincarnazione di Francesca Bertini , canta divinamente , ma non ci crede nessuno alla sua disperazione.
Che dire del Radames -cover: conoscevamo già i suoi limiti di tremulo ,la vociona ce l’ha , il fisico medio non è offensivo ai miei occhi ,dciamo che se l’è cavata . Il resto è silenzio , Certo che sulla Fatal pietra ci potevano essere ben altri brividi , ma ci consoleremo con il video che generosamente il grande malato ci ha concesso di apprezzare in streaming.
Ma devo dire che a cominciare dall’amico Luca Salsi tutto il cast era all’altezza del grande evento che sicuramente non ha deluso le attese di chi ha considerato questa prima stagionale un evento abbastanza storico per il grande teatro di stato.
Ho anche assistito , grazie alla prenotazione procuratami dalla carissima amica viennese , ad un incontro di presentazione del libro Voices del duo Cerletti/Vogt.
Oltre la immutabile e professionalissima Barbara Rett c’erano anche i simpaticissimi protagonisti di Bohème : Sorensen e Bernheim.
Che lei fosse simpatica , disinvolta e allegra lo sapevo già , che lui sia molto più carino dal vivo e molto elegante l’ho scoperto ora.
Una botta di mondanità in più.
Di Daniel Trifonov parlerò a parte.