La visione in streaming dell’Aida di Vienna non ha deluso le aspettative , anzi ha confermato alcune cose fondamentali che vale la pena sottolineare.
Primo che Jonas Kaufmann è un grande professionista nonché uno dei rari casi di tenore intelligente che riesce a dare spessore anche ad un personaggio come Radames che di spessore proprio non ne ha , vale la pena vedere i suoi minimi gesti , sicuramente non in partitura, nei quali cerca di “umanizzare” il guerriero ( la stretta di mano nascosta con Aida , l’aggiunta di un mino- audio di rabbia nei confronti di Amneris.
Inoltre ha una sua aura carismatica , dono raro e prezioso , quando è in scena si mangia tutti gli altri.
Da il meglio nei momenti intimi anche se purtroppo la sua voce si perde nei momenti di massa , la sua eccezionalità non è sicuramente nell’ampiezza di voce nel qual caso si appoggia alla sua tecnica perfetta.
Secondo che Anna Netrebko ha una voce mirabile ma la sua recitazione ricorda quella John Wayne ( col cappello e senza cappello) e la sua spavalda bravura ad allungare gli acuti non è che giovi all’interpretazione. Oltre tutto talvolta scivola anche sull’intonazione .
Terzo che Alina Garança è una mirabile Amneris , grande sempre e sempre in parte , una prova da manuale che conferma , se ce ne fosse bisogno , il suo perfetto stato di grazia attuale.
Bella e seducente , una tigre disperata , avendola vista dal vivo rivederla nella controscena in cui ascolta disperata l’accusa dei sacerdoti attaccata alle griglie illuminate del palcoscenico , la sua interpretazione è da brividi. Il suo vagare in scena , il suo correre vagando per tutto il palcoscenico trasmette anche a noi spettatori tutta l’angoscia del personaggio .. e poi che voce!
Quarto che Luca Salsi è una sicurezza , un professionista perfetto , la conferma che i baritoni italiani non sono secondi a nessuno , grande è la tradizione che confermano in tutto il mondo.
Ora però mi tocca anche parlare della messinscena che tutto sommato regge meglio in streaming. Tutto quel luccichio , tutta quella latta dorata ci riportano indietro ma funzionano meglio che dal vivo e anche le danze sembrano avere un loro perché.
Ma la perla vera , quella che mi ha riportato al classico una Notte all’opera dei fratelli Marx è lo splendido particolare del suonatore di buccina con occhiali e spartitino davanti.
Un frame da Oscar! Non sono l’unica ad averlo notato e forse nella fretta di mandare in tv lo spettacolo non hanno ripassato bene i pezzi da montare, infatti c’è solo una prima volta , poi scompare nell’onta imperitura del prestigioso teatro.
Per chiudere cito ancora una volta Kaufmann che nella conversazione con Barbara Rett ricorda che spesso i teatri si accontentano di un nome prestigioso e per il resto non guardano tanto per il sottile.
Qui i nomi prestigiosi erano abbondanti , su qualche particolare si poteva pure risparmiare , mica tutti sono delle linci come me!