Ancora un Abschied

Non ho cambiato canale ieri sera , un pò per pigrizia e molto perché non volevo vedere altre immagini della terribile tragedia che ha colpito quella parte della Siria a cavallo con la Turchia.

Avevo come quasi ogni sera ascoltato i miei due amici dell’Almanacco e senza alzare gli occhi ho riconosciuto la “voce”” inconfondibile di Kaufmann che aveva attaccato il primo Lied del Canto della terra .

Conosco quel video che immortalò una serata memorabile alla Philharmonie di Berlino , il centenario della morte di Gustav Mahler e benché amassi in modo differente l’esecuzione dei sei Lieder ( ho sempre trovato molto debole la parte cantata da Sophie Von Otter ) ma quando ho rivisto la faccia ispirata del mio adorato Claudio Abbado , all’epoca già sofferente di quel male che quattro anni dopo lo avrebbe portato via da tutti noi suoi fedeli seguaci , ho proseguito con emozione l’ascolto di una musica per me sublime.

Inutile dire di nuovo che secondo me sicuramente nacque in Kaufmann quella sera l’idea di un prezioso progetto che lo avrebbe portato qualche anno dopo a incidere da solo l’intera “quasi sinfonia “in una memorabile tournée di due sole tappe : Vienna e Parigi e all’incisione del prezioso Cd che ne era stato la motivazione.

Ho ascoltato in religioso silenzio i Berliner seguendo la magica bacchetta di Abbado e devo dire che all’ultimo ewig stavo piangendo.

Ho allora preso il mio Iphone dove preziosamente è caricato il Cd kaufmanniano e mi sono messa all’ascolto praticamente senza interruzione.

Salta all’orecchio ( non so se si può dire così) la differenza di suono tra i Wiener e i Berliner , laddove il suono si fa più morbido , cioè a Vienna , si incide più spigolosamente a Berlino .

Diversa bacchetta , ma è soprattutto il suono diverso dell’orchestra che mi ha colpito.

Ero presente a Parigi nella seconda e ultima tappa della prestigiosa tournée e per fortuna ne esiste anche una registrazione fatta da un grande ladro di capolavori e stamani ho completato il mio ricordo guardando l’Abschied cantato con voce maschile .

Peraltro facendo delle ricerche avevo anche scoperto che Bruno Walter riteneva la possibilità di voci maschili forse anche più compatibili con il testo poetico d’ispirazione. 

Nel video , talvolta traballante si vede però con quanta musicale intensità Kaufmann segua il percorso musicale : la sua testa si muove all’unisono con i suoni , nel finale lirico il miracolo dei sette ewig si ripete …e commuove.

Ho il Cd con una preziosa dedica personale , credo che se un giorno Jonas ripensasse al Canto della terra farei follie per risentirlo, ma la magia della mano sinistra di Abbado che vola alta sullo sfumato finale forse solo il divino Petrenko oggi sarebbe capace di riprodurla.

Butto la l’idea ..visto mai che qualcuno raccolga il suggerimento.