Uno spettacolo forte , corretto e esaltante il Woida I Mir ( Guerra e Pace ) di Prokovief , tratto dal romanzo di Tolstoj e messo in scena per la prima volta al teatro Malynski di Leningrado , oggi San Pietrobyurgo nel 1946 e ripreso coraggiosamente il 5 marzo 2023 a Monaco dal BSO , lo stesso giorno in cui nel 1952 morivano a Mosca Stalin e Prokovief.
Anche se la stampa invita ad andare subito a vederlo si ha la fortuna di poterlo intanto ammirare su ARTE fino a Giugno , poi consiglio tutti di andarlo a vedere alla ripresa estiva durante il tradizionale Festival.
Realizzare oggi un progetto nato come opera propagandistica alla fine della guerra era una sfida in una Germania sensibile alla guerra in Ukraina ma sia il direttore Jurowsky che il regista Tcherniakov sono riusciti a creare uno spettacolo talmente avvincente e perfetto da superare ogni ostacolo ideologico e soprattutto a toglierne ogni forma di trionfalismo attraverso una lettura raffinata e deideologizzata.
Partendo da una citazione di Tolstoj : di nuovo la guerra , di nuovo la sofferenza inutile…di nuovo l’abbrutimento dell’uomo… il grande teatro offre allo spettatore una lettura straordinaria di come tutte le guerre siano tragicamente inutili.
Solo una compagine così importante poteva pensare ad una simile messinscena , credo ci siano più di 70 cantanti e centinaia di coristi e mimi in un impianto fisso che riproduce fedelmente la sala delle colonne della Casa dei Sindacati di Mosca.
L’opera , nettamente divisa nelle due parti : la pace e poi la guerra è raccontata da una folla di profughi , potrebbero dormire in un rifugio in una qualsiasi città bombardata e tutti si muovono continuamente , scandendo nelle sedici scene la traccia del grande romanzo in cui spiccano i personaggi che abbiamo tutti amato : Andrej Bolkonsky, Pierre Besukov e Nastascha Rostova, tutti
Interpretati magistralmente e fra tutti mi ha particolamente commossso Andrej Zhilikhovsky nel ruolo di Andrej.
Colpi di genio ce ne sono tanti , il primo: l’apparizione dello Zar nella prima parte solennemente vestito da Babbo Natale e la figura dell’eroe Kusutow , una specie di boss che nel finale sale sul catafalco mortuario trasformandosi in una sorta di Stalin.
Tanti anni fa alla Scala avevo visto una versione “ classica” dell’opera , credo fosse diretta da Ghiergiew e in quel caso Napoleone era vestito da…. Napoleone.
Questa volta è una specie di saltimbanco colorato , un ridicolo stralunato generale dai modi scattanti e un po’ Hitleriani.
Tre ore di bellissima musica e di grande spettacolo , da non perdere anche se solo in tv.