Sigmund e Sigfried

Il mito dell’eroe wagneriano per eccellenza, così come lo si evince dalla vulgata popolare sembra essere il Sigfrido , così caro anche alla terribile era Nazista,.

In realtà , ascoltando per l’ennesima volta la Walküre si coglie appieno la grandezza dell’eroe puro ancorchè sconfitto : è Sigmund segnato nel dolore di una vita difficile , separato dall’amata sorella Siglinde e a lei ricongiunto in un amore purissimo , infine colpito dal suo stesso padre che , creando una legge è poi costretto a seguirla , abbiamo il vero e puro eroe wagneriano.

Da Lohengrin a Parsifal , passando per tutti i grandi personaggi dell’incredibile affabulatore si ripetono le costanti familiari : il segreto del nome , la nascita nel dolore ( Herzelaide) , l’incapacità di amare alla luce del sole (Tristan) , tutto sconfitti gli eroi wagneriani ripetono una sorta di cammino predefinito al quale non potranno sottrarsi.

Ascolto Walküre e penso a quanto sarebbe oggi in nome della ridicola “cancel culture” tutta la storia dei gemelli welsunghi.

Del resto in un piccolo e quasi introvabile racconto di Thomas Mann : Sangue welsungo , si trova lo stesso spinoso tema , del quale lo stesso Mann aveva in qualche modo vissuto l’esperienza in ambito familiare.

Non a caso infatti le pagine più pure del Sigfrido sono quelle delle pagine sinfoniche del Sigfried Idill e del maestoso  funerale nel Göttendammerung.

A Sigmund Wagner invece le più felici e pure note della Winterstürm l’opera felice scritta in un tempo brevissimo , ancora  oggi la più ascoltata , anche separata dal resto del Ring, di tutta la saga.

Al San Carlo rinnovato vediamo una edizione già storica , premiata a suo tempo , ma ancora validissima nella struttura elegante.

Preziosa la compagnia di canto cominciando ovviamente dalla debuttante nel ruolo del titolo Okka Von der Dammerau, tante volte ascoltata a Monaco , alla preziosa e bravissima Siglinde di Vida Minkeviciuté,  di cui conoscevo una splendida Salome da Helsinki, vista su ARTE, a Christopher Maltman , eccelso Wotan.

Ovviamente in chiusura parlerò ancora una volta del mio amatissimo Jonas , al quale devo molto di tutte le mie elocubrazioni sugli eroi wagneriani.

Il suo canto legato , possente e dolcissimo , il suo fraseggio prezioso , il suo “essere Sigmund” è qualcosa che va aldilà di ogni disquisizione  sulla sua voce personalissima e irripetibile.

Forse invecchio davvero ma ieri sera “ mi sono tanto divertita signora mia!” Ho pianto dall’inizio alla fine.