Non so quando fu la prima volta , se fu un gesto spontaneo o se
non sapendo più pregare o cantare coloro che assistevano al funerale all’uscita della bara dalla chiesa batterono le mani , come fosse una festa.
Ormai è diventato un rito diffuso e orribile , più la morte è stata tragica , più si ricorre a questo estremo saluto ingiustificato : le vittime di femminicidi , i bambini uccisi dalle macchine in corsa , i morti per caso .
Peggio ancora è il pellegrinaggio di passanti con fiori sul luogo del crimine , del delitto o della morte accidentale .
Credo che tutto sia cominciato con la morte di Lady Diana quando il tappeto di fiori cominciando dai cancelli di Buckingham Palace invase tutti i viali circostanti.
Da allora non c’è tragico evento che non porti i devoti o non , con fiori e disegni a tappezzare i marciapiedi del dolore .
In mezzo a tanta inutile dimostrazione di pietà ad uso dei fotografi e delle tv ci sono i più ridicoli e demenziali omaggi : i peluches.
Mi sono spesso domandata se li avevano in casa e per non buttarli nella spazzatura i dolenti per caso li riciclavano sul marciapiede o se , preda al momento emotivo di partecipazione non andassero addirittura a comprarli.
E’ un atteggiamento collettivo che non riesco a condannare perché di sicuro la componente pagana nasconde una vicinanza al lutto che però diventa sempre più spesso una ostentazione povera di
quel senso del sacro che dovrebbe trovarsi più giustamente nel silenzio e nella preghiera.
Ovviamente alla fine del rito non mancano i palloncini che volano in cielo , pericolosissimi perché poi ì pesci se li mangiano e muoiono soffocati dalla plastica , ma questa fu una delle tanti petizioni contro l’inquinamento che lascò il tempo che trovava.
Mi aspetto commenti scandalizzati , contumelie e accuse di mancanza di sensibilità.
Mi meraviglierei se non arrivassero.