La visione della Medea di Euripide in televisione dal teatro greco di Siracusa mi riporta indietro nel tempo.
Il caldo delle pietre , il pomeriggio assolato in attesa , la cavea che lentamente si riempie di pubblico , i ragazzi scesi con me da Palazzolo Acreide , le amiche docenti , un mondo di sensazioni che nessuna ripresa televisiva mi può restituire.
Ci sono andata per un numero imprecisato di anni , noi portavamo il nostro spettacolo al Festival del teatro giovani della scuola , sempre invitati perché gli organizzatori sapevano della qualità dei nostri spettacoli.
Il lungo viaggio in pulmann ( si partiva di notte , mi ricordo l’alba quando arrivavamo in Puglia) tutto il tacco dello stivale e poi sul traghetto Caronte si cominciava a respirare aria di Sicilia.
Le zagare , l trionfi di buganvillea, l’arrivo la sera tardi in quel magico paese in alto con la bellissima chiesa di san Sebastiano , il sito archeologico , la visione dell’Etna in lontananza.
Guardo questa ennesima Medea e mi domando quanti allestimenti ne ho visti , quanti Prometeo incatenato , quante Orestee , quanto Troiane e poi sempre anche una commedia di Aristofane .
Non c’è altro modo per capire la forza del teatro greco che la visione degli spettacoli nei luoghi giusti , sia a Siracusa , a Epidauro o al teatro di Erode Attico ad Atene perché è sufficiente sedersi sulle sconnesse pietre calde , ascoltare i versi antichi e sempre attualissimi mentre il sole cala e ci si ritrova alla fine al buio senza accorgersene arricchiti sempre da un pensiero forte , da una riflessione che riguarda sempre tutti noi che siamo solo un eco di quegli eventi lontani ma che portano in sé tutto il carico della nostra eterna condizione umana.
Mi è piaciuta questa Medea ? Non riesco a giudicare davanti a un teleschermo , mi manca troppo quell’atmosfera irripetibile e lontana.
Direi comunque che ne ho viste di migliori , se non altro ricordando la mia carissima amica Valeria Moriconi, eravamo su altri pianeti.