Puntualmente ogni anno ad inizio di autunno ad Ancona avviene un miracolo:
con i pochi, sempre più modesti contributi ministeriali il vero mago dell’operazione ,il direttore artistico Vincenzo De Vivo riesce a varare un progetto musicale che non è più una vera stagione lirica , due titoli sono davvero pochi , ma a imporre spettacoli eleganti , pieni di fantasia e con interpreti giovani e sconosciuti ma non per questo meno validi.
Devo confessare che quando , ormai tanti mesi fa , aveva coraggiosamente presentato il programma io avevo avuto molti dubbi sulla capacità del nostro teatro di realizzarli , ma giunti a metà dell’opera con Die Zauberflöte andato in scena in prima assoluta ieri ( unica replica domenica alle 16.30) devo dire che la scommessa è stata ampliamente vinta.
Dare ad Ancona un opera in tedesco , un singspiele oltre tutto, in cui ci sono anche tanti inserti parlati mi pareva troppo da chiedere ad una città ormai disabituata alla lirica in generale ed al repertorio mozartiano in particolare.
Ed invece , complice sicuramente il divino Wolfgang , tutto è filato benissimo , il pubblico attento ed entusiasta riconosceva via via le arie celeberrime , seguiva la favola esoterica con attenzione e non ha dimostrato cedimenti anche se ben sappiamo che l’opera non è affatto breve .
Il merito della riuscita dell’operazione è un po’ di tutti e comincerei dall’orchestra diretta con piglio sicuro e professionalità consolidata dal Maestro Giuseppe Montesano , non a caso è stato assistente di Louis Jordan allo Staatsoper di Vienna .
La regia semplice e garbata del coreografo Luca Silvestrini ha messo al servizio della trama la sua arte valorizzando i passaggi tra le arie chiuse e muovendo con eleganza tutti i personaggi.
Una nota particolare alla carissima Stefania Cempini , un genio di costumista , capace di fare miracoli con gli scarsissimi mezzi e l’enorme fantasia di cui dispone , altrettanto valido il nostro storico collaboratore alle scene e luci Lucio Diana con la sua collaboratrice.
Vengo alle voci : spicca nella compagine la Pamina di Maria Laura Jacobellis , di lei sentiremo presto parlare ancora , più che degni il Papageno di Levert Bakirci e lo Zarastro dell’ottimo Abramo Rosalen.
Un discorso a parte per Tamino , ha una voce ancora da domare , ma nel secondo atto si è rassicurato , come tutti del resto , ed è stato un ottimo Principe, oltre tutto di bellissimo aspetto fisico.
Infine dovrei citarli tutti , perché tutti hanno contribuito con generosità alla riuscita della rappresentazione , con gioia e divertimento, facendoci dimenticare la fatica di dover cantare in una lingua , direi a tutti estranea ,con un risultato più che onorevole.
La prima metà del programma è partita con enorme successo anche di partecipazione, spero vivamente che L’histoire de Carmen , un classico spettacolo collaudato da decenni possa avere la stessa accoglienza :
ci vuole coraggio a proporla , sta al pubblico anconitano capire il messaggio e dimostrare quella internazionalità che qualche volta sembra perduta ma che già ai tempi di Giacomo Casanova era una cifra naturale di questa strana città marinara.