Il segretario di stato

Inizialmente non lo avevo neppure notato , una faccia quasi inespressiva , il monopetto nero di rigore con la cravatta scura : Antony Blinken , Segretario di Stato americano mi sembrava una faccia qualunque.

Poi un giorno a Tel Aviv il nefasto premier israeliano gli ha fatto vedere le immagini  del massacro al kibbuz e la faccia di Blinken è diventata tanto umana da non riuscire a trattenere l’orrore.

Da quel momento ho cominciato a seguirlo quando nei telegiornali lo si è visto metodicamente ( e inutilmente ) volare da uno stato all’altro , sempre correttamente e meccanicamente fotografato nell’atto di stringere mani davanti a quella bandiera americana che lo protegge ma che in fondo sembra segnarne , insieme al suo volto sempre più stanco , tutta l’inutilità del rito e tutta l’importanza del suo girovagare in Medio Oriente .

La sua bella faccia di civil servant impassibile con sceicchi biancovestiti e colorati , con panciuti premier ( o presunti tali) in odore di terrorismo , bucando incontri importanti e velocemente sostituiti con ministri di minor peso politico , sta diventando sempre più una faccia tragica.

Vorrei saperne di più su di lui , quale peso davvero ha sulle spalle questo americano dalle chiare origini europee di  cui so solo che ha origini ebraiche.

Allora ricorro a Google e così vengo a sapere che il padre era un banchiere che amava le arti e aveva tra i suoi amici Rodkho, che la madre con la quale aveva vissuto da ragazzo a Parigi era la manager di Merce Cunnigham , che tra glia amici di casa c’erano Arthur Rubistein e Grace Kelly.

La sua carriera diplomatica, dopo gli studi ad Harward , è cominciata con Obama e poi ovviamente è proseguita con Biden .

Stranamente però tutto questo sapere di lui mi ha solo confermato quello che si legge sulla sua faccia stanca . 

Sembra davvero il personaggio perfetto e raffinato di un libro : racconta la vita di un uomo colto che attraversa la storia con la forza di un vero democratico che ha sulle spalle tutta la cultura europea di cui conosce la bellezza e ne porta il peso del  dolore.

.