Milano 7 dicembre

Che dire di questa prima scaligera ? Un tuffo nel passato , ma non intendo quello del tempo di cui si racconta nel dramma .

Il passato di cui parlo io era nella messinscena tradizionale , un salto indietro quando i cori se ne stavano ben divisi ai lati del palcoscenico , quando le “trovate registiche “ erano tanto banali quanto prevedibili.

I cantanti lasciati ognuno al proprio estro , tanto la parte più o meno la conoscevano già tutti e forse per quanto gravato da un improvviso malessere il più aderente al personaggio risultava comunque Michele Pertusi che con grande mestiere è riuscito a portare in fondo la rappresentazione.

Meli nel ruolo del titolo ha qualche problema qua e là. Anche se può capitare a tutti la mezza stecca non gli perdono il gesto sempre uguale  “ da tenore d’antan”.

Lo stesso vale per Salsi , gli si confanno di più i ruoli da cattivo , qui altre sottigliezze avrebbe in serbo la musica per lui e forse non ne approfitta abbastanza.

Tra le due donne trionfa la Garanca, una che quando canta sa anche recitare , un po’ meno la grande voce ( sempre più profonda ) della Netrebko che ancora si mangia le parole e dichiaratamente si capisce che non sa bene quello che dice , ma per chi ama ancora i suoi  preziosi filati e la sua estensione vocale si merita gli applausi degli spettatori compiacenti.

Poco da dire , anzi quasi niente sulla scenografia , belli i costumi , più o meno banalmente copiati dai quadri dell’epoca . Effetto usato sicuro.

Avrei anche qualcosa da dire sulla prestazione orchestrale , i fiati non sono sempre all’altezza , coro invece sempre perfetto, come da tradizione scaligera.

Chailly contento , come al solito fa le scelte “originali” , come l’ha scritta Verdi e come al solito io ripeto che mi manca il primo atto, ma sono una vecchia noiosa.

C’è anche chi ha detto che durava già troppo , evidentemente la colpa non è del grande compositore , lui ha scritto uno dei suoi più grandi capolavori che  noi possiamo recuperare in  DVD di altri allestimenti a noi più cari.

Propongo infine una petizione per levarci di torno il duo Carlucci/ Vespa e non sono bastati i siparietti di Marcorè e Pivetti a rendere meno penosi gli intervalli.

Se volete capirne di più guardate la sobrietà dei commenti su ARTE, il resto è silenzio.